Ospite della trasmissione ‘Cataniamente’, su Video Mediterraneo, l’ex centrocampista del Catania ed attuale Brand Ambassador del club rossazzurro Francesco Lodi parla un po’ del suo passato soffermandosi anche sull’attualità e le scelte di mercato della società etnea. Ecco quanto evidenziato:
“Credo tanto nel destino. Il primo gol del Catania in Serie D lo segnai io a Ragusa. Idem il gol che ci permise di andare a giocare col Canicattì bastando i tre punti per la matematica promozione. E’ stato bello per me perché ho coronato un sogno. Io lasciai la Serie A per Catania, militavo nell’Udinese. Poche persone sanno quello che ho fatto per il Catania. E l’ho fatto con il cuore. A me non sono mai interessati i soldi. Svelo un aneddoto. Quando affrontai il Catania nel 2010 da giocatore dell’Empoli, pensai che un giorno avrei dovuto giocare in questo stadio che ti trasmette tante emozioni. L’entusiasmo che si respira in città mi è sempre piaciuto. Volevo coronare il sogno di riportare il Catania tra i professionisti con i miei compagni, aprendo e chiudendo un cerchio perfetto”.
“Il mio ruolo è essere presente come ambasciatore del club attraverso affiliazioni e scuole calcio andando in giro con Teodoro Coppola ed Orazio Russo a seguire gli allenamenti e le partite della Primavera e dei giovanissimi, seguire ultimamente anche la prima squadra. Quando qualche ragazzo ha delle problematiche io le riferisco a chi di dovere. Poi in futuro vedremo cosa succederà”.
”Se il vicepresidente ha deciso di dare una sterzata così importante sul mercato è perchè ha visto che era il momento di farlo. Sturaro? Lo conoscevo. Ho fatto una chiacchierata, gli ho spiegato il progetto Catania. Ho giocato con lui, sicuramente è un calciatore con una leadership importante, ha una mentalità vincente perchè dopo il Genoa ha giocato nella Juve, ha vinto degli scudetti, è stato in Nazionale sei anni fa. E’ abituato ad avere una grande responsabilità, porterà linfa nuova. Ce lo auguriamo tutti, in primis noi come società, la squadra, i tifosi. C’è un percorso di una società ambiziosa nata 18 mesi fa ma bisogna andare avanti a piccoli passi per arrivare in cima alla montagna”.
“Dai giocatori che sono stati presi ci aspettiamo una risposta importante sul campo, che poi è il giudice. La differenza la fa il campo. Lì non puoi sbagliare. Sono arrivati calciatori con la voglia di spaccare tutto, con la consapevolezza che giocare a Catania non è facile. E’ molto, molto difficile. Ci vogliono tante componenti per giocare nel Catania. E’ una piazza che ti può dare tantissimo ma pretende anche tanto, devi reggere pressioni che vivi 365 giorni l’anno. Mi auguro che i calciatori arrivati siano adatti alla piazza”.
“Coppa Italia? Non sottovalutiamo il campionato perchè è importante, la gara di mercoledì a Rimini si carica da sè. Grella? Quante botte mi ha dato… ci giocavo insieme, a Empoli. Io facevo il trequartista e lui il mediano, ogni giorno avevo i tacchetti dietro ai polpacci. Ma quei tacchetti mi sono serviti, perché ci sono sempre tanti sacrifici dietro. Io sono cresciuto con un obiettivo in mente e l’ho raggiunto contro tutto e tutti. Bisogna tenere duro. Ogni giorno lavoravo tanto sulla tecnica. Mi fermavo spesso a calciare le punizioni ed allenare il mancino, dato che il destro ce l’avevo solo per camminare (sorride, ndr). Maturando esperienza cercavo di rubare qualcosa agli altri, ragionando ancor prima che mi arrivasse il pallone tra i piedi, coltivando il talento”.
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