Alessandro Cicchetti, ex calciatore rossazzurro ed attuale procuratore sportivo (Francesco Rapisarda e Nana Welbeck tra i suoi assistiti, ndr) esprime alcune considerazioni sul Catania nel corso della trasmissione ‘Cataniamente’, su Video Mediterraneo:
“Nel calciomercato tutto si può sviluppare da un giorno all’altro le dinamiche possono cambiare. Magari una società individua un obiettivo come prima scelta, poi quest’obiettivo non riesci a raggiungerlo e allora ti crei un’alternativa. Lucarelli sta facendo una squadra per quella che è la sua filosofia di gioco, in precedenza era stata costruita sulla base della filosofia di Tabbiani. Secondo me individualmente il Catania è una buona squadra. Continuo a ripetere che giocare a Catania non è per tutti. Lo dico per le mie esperienze da calciatore, io ho vissuto 4 anni a Catania. Questa piazza non è da Serie C, perché hai 14mila abbonati, 17/18mila persone a partita fisse. E’ un dato di fatto. Quante città hanno la possibilità di avere almeno cinque trasmissioni televisive in Lega Pro? Anche questo determina una pressione. Il l calciatore deve avere una personalità definita perchè sei tu che combatti con te stesso ma se hai una debolezza e ti ritrovi 18mila persone che cominciano a mugugnare e te la fai sotto…”.
“Progetto giovani a Catania? Ho parlato con Grella qualche settimana fa. Il suo obiettivo è fare le coppie con i ragazzi del settore giovanile per valorizzare anche il prodotto catanese, me lo ha detto in maniera molto chiara. Però attualmente, con la rincorsa che deve fare il Catania, come fai a portare avanti un progetto giovani? Non è che i giovani non hanno le capacità per giocare nel Catania. La piazza ti chiede di vincere ma a volte non aspetti il giovane per dargli una possibilità di crescita perché, magari, tendi a bruciarlo. Vedi Maffei che è andato al Fiorenzuola. Difficile portare avanti un progetto giovani secondo me perché Catania vuole vincere, non aspetta”.
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