L’attuale allenatore della Primavera etnea Marco Biagianti, ospite di ‘Cataniamente’, trasmissione su Video Mediterraneo, parla del presente rossazzurro ricordando anche alcuni momenti indelebili vissuti quando indossava la maglia del Catania. Ecco quanto evidenziato:
“Il Catania Football Club è una società che già lo scorso anno ha dimostrato di essere partita col piede giusto, i dirigenti hanno tanta voglia di crescere e di portare avanti una loro idea, che combacia con la volontà della città di crescere tutti insieme arrivando prima possibile in Serie B e, poi, in A. C’è un’organizzazione importante dietro. Tifosi un po’ delusi nel girone d’andata? Ci sta, il percorso non è stato semplice ma la passione del popolo rossazzurro non è mai venuta a mancare con lo stadio sempre pieno”.
“Da cinque mesi ho iniziato questo bellissimo percorso nelle giovanili, mi sto trovando veramente bene. Pretendo tanto dai ragazzi, il massimo. A loro dico sempre di credere nei sogni, perché attraverso il lavoro quotidiano i sogni si possono realizzare, come è stato nel mio caso. Nelle vesti di allenatore cerco di rubacchiare qualcosa un po’ da tutti i tecnici che mi hanno allenato. Cito lo stesso Lucarelli, in particolare Mihajlovic ma poi cerco di mettere dentro il mio pensiero. Tante volte riuscire ad avere un legame con l’allenatore ti aiuta a dare qualcosa di più sul campo. Con Mihajlovic è andata proprio così. Lui arrivò in un momento difficile per noi, eravamo ultimi in classifica, ci ha fatto capire l’importanza di determinate cose trasmettendo il suo carisma. C’era la voglia di scendere in campo sempre per vincere, Mihajlovic ti dava tanto anche a livello umano”.
“Segnare è un’emozione indescrivibile. Io non ero un goleador, spesso giocavo per la squadra, ero uno di quelli che correva in campo, raramente facevo gol ma quando capitava la cosa non passava inosservata. Ricordo soprattutto il primo gol in A contro il Parma, ho provato davvero un’emozione forte. La convocazione in Nazionale? Fu una bellissima esperienza a Coverciano, ero praticamente a casa essendo nativo di Firenze. Con Mascara ci siamo divertiti, gli allenamenti erano impegnativi con mister Lippi e gente che andava forte. In quel campionato ci salvammo presto con Zenga, io avevo problemi alla caviglia. Per essere convocato in Nazionale dovevo giocare, arrivai a Coverciano con qualche acciacco ma si trattò comunque di una bella esperienza”.
“Lo spareggio salvezza col Chievo? Giocammo in campo neutro, io non mi aspettavo di giocare dall’inizio una partita così importante. Tra i momenti indelebili cito anche la vittoria per 4-0 a Palermo: al di là del risultato, fu bello il post gara con i tifosi che ci aspettavano al rientro in città. Da ricordare anche l’esultanza di Mascara dopo avere segnato da centrocampo correndo esultante verso il settore ospiti vuoto. E poi non posso non ricordare il 3-1 con l’Inter di Mourinho in casa, anche per l’atmosfera che si respirava”.
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