Su livesicilia.it si focalizza l’attenzione sulla decisione di far disputare l’incontro di calcio Catania-Sorrento a porte chiuse. Oltre al lato “romantico” che vede nei tifosi il dodicesimo giocatore in campo, si sottolinea come il Catania e ualsiasi altro club calcistico stringa “un patto con i propri abbonati e con chiunque altro acquisti un ticket. Un patto da rispettare perché il contrario significa danno, soprattutto economico, scandito da rimborsi e mancati introiti. Un danno madornale. Lo stesso che hanno subito, per intenderci, i tanti commercianti che sperano nei grandi numeri in zona Cibali per poter rimpinguare le casse”, si legge.
Viene sottolineato che “ciò non significa che chi ha autorità non debba prendere provvedimenti o cedere il passo ai facinorosi. In fondo, chi ha assalito il pullman dei tifosi del Pescara si è assunto una grave responsabilità e ne dovrà rispondere personalmente davanti ai giudici. Cosa c’entra, però, tutto il resto? Perché a pagare deve essere una società sportiva, gli atleti e, quindi, la Città tutta (già pesantemente colpita nell’immagine)? Soprattutto quando i fatti contestati sono avvenuti a chilometri dall’impianto sportivo e gli autori del gesto sono stati già raggiunti da provvedimenti”, riporta il quotidiano online.
“La questione è dibattuta da tempo e c’è chi pensa che non è così che si possa tenere a bada la violenza. O meglio: non in maniera definitiva. Il rischio è frustrare i sentimenti di chi ha a cuore o lo sport o il proprio lavoro. Innescare nuovo risentimento non servirebbe a nulla, anzi”. L’auspicio che è “si trovino, dunque, nuove regole. Perché così, a uscirne sconfitti, sono proprio tutti”.
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