PEPPE DI STEFANO: “Catania, fase di transizione in attesa di gennaio. Sarà un mercato di riparazione, non di ricostruzione”

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Le riflessioni del noto giornalista catanese di Sky Sport Peppe Di Stefano sul Catania, ai microfoni di ‘Big Chance, trasmissione a cura di Chancebet News:

L’intenzione di Lucarelli di puntare sulla Coppa Italia è stata chiara perché è la corsia preferenziale per evitare qualche turno di playoff, viste le distanze sempre più siderali dall’altissima classifica. Non mi aspettavo un Catania arrendevole a Messina. E’ stato brutto da vedere. Il Catania mi ha dato l’impressione di una gara priva di significato, il Messina è molto più debole del Catania ma ne aveva di più. Io ricordo di derby vinti e persi ma il Catania li giocava. Secondo me quella attuale è una fase di incastro stranissima. Alcuni giocatori sanno già che non faranno parte del progetto, altri che oggi sono protagonisti e poi saranno comprimari. E’ una fase di transizione in attesa di gennaio, ci sono giocatori divorziati in casa che lasceranno a breve Catania. Speriamo che questa situazione passi presto. Non è una bella cosa ed in una piazza come Catania, che vive il calcio a 360 gradi, è complicato spiegarlo ad un tifoso”.

“Ricordo quando si parlava di Morimoto in uscita da Catania, poi non andò più via. S’impegnò fino all’ultimo istante per non essere ceduto, furono bravi i compagni e tutto l’ambiente a trasferire a Morimoto, che non capiva una parola in lingua italiana, cosa rappresentasse Catania. Morimoto capì che era meglio stare a Catania piuttosto che andare altrove, capì che era un’opportunità. Al momento manca lo zoccolo duro nello spogliatoio. In Serie C giocare a Catania è un privilegio, te lo devi godere fino all’ultimo istante dando l’anima ed il sudore pur di rimanere”.

La società ha fatto degli errori, è innegabile. Il primo che non lo ha negato è stato Grella in conferenza stampa dopo l’addio di Tabbiani. Non conoscevano la categoria, se avessero avuto una pozione magica per andare in A l’avrebbero utilizzata. Hanno sbagliato alcune scelte, con un allenatore giovane pronto a portare nuove idee dovevi consegnare una squadra giovane che lo ascoltasse perchè una squadra esperta ha meno voglia di correre. Allora si è andati sul sicuro con Lucarelli che tiene più unito lo spogliatoio e qualcuno si è svegliato al di là di Messina, mi sembra chiaro ed evidente”.

“La classifica è questa, le difficoltà per andare su sono oggettive e poi provi a giocartela ai playoff. La programmazione diceva 5 anni: un anno per andare dalla D alla C, due anni per andare dalla C alla B e due anni dalla B alla A, poi quello che viene prima è guadagnato. Adesso credo che l’obiettivo non sia provare a costruire una corazzata. Il mercato di gennaio è di riparazione e non di ricostruzione perché faresti danni peggiori cambiando 20 elementi. Devi sistemare, rattoppare e poi avere le idee chiare in vista del futuro sperando che da aprile succeda qualcosa d’impensabile e che magari il Catania viva da protagonista i playoff”.

Grella vuole toccare con mano i problemi che aveva sentito negli ultimi mesi e mi risulta che Lucarelli abbia molto piacere il fatto di avere la dirigenza al suo fianco, soprattutto in questa fase. Non c’è più Laneri, il nuovo asset societario è composto da Grella, Lodi e Lucarelli. Giusto che i calciatori capiscano che adesso è questo il blocco societario ed è il momento di stare in campo tutti insieme. Mercato di gennaio? Oggi è facile convincere il giocatore a venire a Catania ma sei nella pancia della classifica e devi sborsare qualche euro in più, mi risulta che gli obiettivi siano già stabiliti e delineati. La Serie C non è un campionato dove si compra o vende, si vive di ingaggi. Gli ingaggi sono i costi dei cartellini, ti accordi con il calciatore che dice al club di volere andare a Catania. Semmai convincere un giocatore di categoria superiore in questo momento è un pò più complicato, proprio per l’attuale classifica del Catania. E’ difficile trovare occasioni di mercato. Si possono ipotizzare gli arrivi e le partenze di 3-4 titolari più 3-4 non titolari, sono una quindicina di movimenti in 30 giorni fra entrare e uscite e non devi sbagliare un colpo. I procuratori spingeranno, oltretutto con un mercato a campionato in corso”.

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