PAZZO CATANIA: da inefficace a devastante, qual è il vero volto di questa squadra?

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foto Catania FC

Chiamarsi Catania e vincere in un campo difficile come Benevento, normalmente non costituirebbe una sorpresa. Riuscirci aggiudicandosi l’incontro in scioltezza, tenendo conto delle difficoltà incontrate nel girone d’andata tra numerose defezioni e criticità, è invece qualcosa che non ti aspetti. Il Catania apprezzato al “Vigorito” ha saputo reggere di fronte all’impatto iniziale veemente dei padroni di casa, per poi acquistare progressivamente campo e fiducia. Al di là degli episodi arbitrali che hanno agevolato l’Elefante nell’impresa, va sottolineata la reazione d’orgoglio della squadra.

C’è chi sostiene che l’avvicinarsi della riapertura del calciomercato abbia dato una marcia in più nell’ultima partita dell’anno solare. Può darsi, se così fosse vuol dire che molti giocatori riconoscono l’importanza del progetto Catania e abbiano voluto dimostrare il desiderio di farne parte. Restano, però, le problematiche incontrate lungo un percorso pieno di ostacoli e trappole che hanno fermato a più riprese i rossazzurri. Tutte le volte che il Catania ricerca la strada della continuità, sistematicamente accade sempre qualcosa per la quale si fatica ad avanzare con un’andatura regolare.

Gli etnei hanno viaggiato, finora, a velocità diverse. Rallentando sensibilmente soprattutto al cospetto di formazioni dall’atteggiamento attendiste, ben chiuse dietro e pronte e castigare il Catania alla minima disattenzione, sfruttando le difficoltà in zona gol spesso evidenti dei rossazzurri. E’ un Catania dai mille volti, quello del girone d’andata. Capace di stravincere a Benevento e Caserta, ma di perdere con avversari dalla cifra tecnica modesta come il Messina, oppure pareggiando a stento gare dominate come l’1-1 col Francavilla risalente a più di venti giorni fa.

In Coppa Italia, poi, ben altro Catania quello che ha piegato la resistenza del forte Pescara di Zeman. Oppure la squadra che ha saputo rimontare tre volte contro il Crotone per poi eliminarlo nella temibilissima lotteria dei rigori. Un Catania anche “sporco, brutto e cattivo” come piace a Lucarelli, sul terreno di gioco del Giugliano. Un Catania in grado di vincere all’ultimo respiro contro la Turris, di battere già due volte in stagione il Picerno terzo classificato a pari merito con l’Avellino.

In mezzo le prestazioni impalpabili con Sorrento, Cerignola, Latina, Potenza, Monopoli, Monterosi ed il già citato Messina. L’Elefante non ha mai dimostrato la sua vera identità. Sarà questo il primo step fondamentale su cui Lucarelli e lo staff tecnico dovranno lavorare il prossimo anno. Con l’aiuto del mercato, consegnando a Lucarelli innesti funzionali per qualità, stile di gioco, carattere e personalità. Ma anche facendo sì che chi proseguirà l’avventura alle pendici dell’Etna faccia tesoro del girone d’andata, mettendo quel qualcosa in più sotto il profilo mentale per una squadra in lotta per obiettivi ambiziosi.

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