LUCARELLI: “Ladinetti richiesto anche in A. Col Sorrento ci sarà da soffrire e correre. Allenamenti, Cibalino non proprio l’ideale…”

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foto Catania FC

Vigilia di Catania-Sorrento. L’allenatore rossazzurro Cristiano Lucarelli tocca svarati temi in sala stampa, a cominciare dalla decisione del prefetto di chiudere lo stadio ai tifosi per il match col Sorrento, in attesa del responso del Tribunale Amministrazione Regionale della sezione di Catania in merito al ricorso presentato dal club etneo. Ecco quanto evidenziato:

“Nelle ultime gare ho visto iniziative con tantissimi bambini presenti allo stadio, la società ha fatto tutto il necessario a livello culturale e comunicativo per cercare di fare prevenzione. Si parla di un episodio non accaduto nel recinto di gioco. Secondo me è una decisione un po’ troppo severa, presa di pancia che penalizza una tifoseria intera e l’immagine di una città, c’è anche chi farà le solite retoriche e tutto il resto. La situazione poteva essere gestita in maniera diversa. Rispetto ovviamente la decisione ma non la condivido fino in fondo. Dal TAR mi aspetto che ci sia la possibilità di fare entrare i nostri tifosi allo stadio. Penso in modo particolare a chi si abbona e poi sa che, potenzialmente, gli possono chiudere lo stadio in ogni momento dopo avere pagato l’abbonamento anche a rate, facendo fatica. Io non mi sento di punire tutti per educarne 10-20 che si sono resi protagonisti di un gesto che va stigmatizzato, ma è qualcosa che succede a distanza dallo stadio. Dov’è la responsabilità oggettiva del club? Oltretutto quella di lunedì non è una gara ad alto rischio. Ho visto squadre del nostro girone scontrarsi dentro il campo avendo ricevute pene molto meno pesanti rispetto alla nostra”.

“A Messina non è che sia stata fatta una rivoluzione. Alla fine hanno giocato dal 1’ Zanellato e Livieri, oltretutto mi pare che Livieri non abbia fatto errori sul gol subito, lo stesso vale per Zanellato, giocatore che ha innumerevoli presenze in Serie B, e Deli. Io l’unica spiegazione che al momento trovo sulla prova offerta a Messina è che non siamo riusciti a ripetere le prestazioni ad alta intensità delle altre gare perchè abbiamo giocato sei partite in 30 giorni, con tutti gli infortuni che abbiamo bisogna stringere i denti. Non abbiamo tanti ricambi in questo momento, diventa complicato e forzato dovere fare anche determinate rotazioni. Forzando dei giocatori a giocare ogni tre giorni ad alta intensità e non c’è un’attitudine a giocare con questa frequenza, c’è da scegliere. O fai rifiatare qualcuno, come è anche nella logica delle cose perchè se no non avrebbe senso dotarsi di rose ampie, oppure rischiano di farsi male determinati giocatori com’è successo a Di Carmine, per poi aspettarli 2-3 mesi tra riatletizzazione e recupero dall’infortunio”.

Credo fortemente nella esigenza di potere allestire una squadra con il doppio ruolo di pari livello. Secondo me in gran parte ci siamo.  La società è nuova, lo zoccolo duro non si è creato ma ora è il momento di seminare come quando accadde nella mia prima esperienza a Catania trovando i Lodi, i Biagianti, i Marchese, i Bucolo, giocatori che conoscevano la piazza e facilitavano l’inserimento dei nuovi acquisti. Quest’anima ancora non ce l’abbiamo perchè la società è giovane, esiste da un campionato e mezzo, dobbiamo costruire quest’anima per poter essere competitivi nel tempo”.

“Mercato in uscita? Se io pensassi al mercato con due partite ancora da giocare partiremmo già 1-0 per gli altri. Possono anche esserci calciatori che non trovano l’ambiente ideale per esprimersi e non ce la fanno perchè non hanno la struttura caratteriale per imporsi in certe piazze. Tutte le valutazioni sono rinviate a dopo la partita di Benevento. La parola finale è la mia su chi resta e parte, tutti mi hanno detto di volere restare, poi ovviamente la volontà deve essere confortata dalle risposte sul campo. Bisogna essere anche cauti nei giudizi se no si rischia di bruciare troppo presto dei giocatori.   Abbiamo in rosa un calciatore che ho capito non essere ben visto ma ha richieste in Serie A e B (Ladinetti). C’è qualcosa che non torna. Da allenatore bisogna fermarmi un attimo e dire cosa succede? Non può giocare a Catania ma lo vogliono in B ed A. Se va via e fa bene, io allenatore e la società, l’ambiente, i tifosi, la stampa che figura facciamo? E’ il calciatore del Catania più richiesto. Lo vuole tutta la Serie C, lo vogliono delle squadre di B e una di A. Sarao? Non verrà inserito tra i convocati perché nel frattempo sono pervenute altre proposte, lui sta valutando la migliore e c’è questa regola che per un professionista che scende in D deve passare un mese dall’ultima gara ufficiale, le società interessate ci chiedono pertanto di non utilizzare il calciatore”.

Al momento io, se escludiamo il secondo tempo di Messina, non mi posso lamentare. Potevo anche mettere in preventivo che giocando 8 partite ad alta intensità in 38 giorni non tutte si potessero fare bene sotto il profilo fisico. Puoi anche portare a casa il risultato giocando male, magari c’è stanchezza, hai tanti infortuni e c’è un pregresso storico dietro. 2-3 punti in più in campionato li avremmo meritati tra la Virtus Francavilla e la trasferta di Messina. E’ stato giusto perdere a Messina ma, dati alla mano, potevamo anche non perdere. Ci sono squadre che sono ai vertici della classifica giocando come noi a Messina, dobbiamo anche capire che le partite possono essere influenzate dalle caratteristiche dell’avversario, da stanchezza da parte nostra, dalle condizioni del terreno di gioco che non ti permette di fare bene sul piano tecnico-tattico. E’ stato sul piano caratteriale il passo indietro a Messina, perchè i presupposti per giocare bene viste le condizioni erano pochi, ma quando si gioca male almeno il punto a casa dobbiamo portarlo. Poi alla fine capisci l’importanza di quei punti raccolti in prestazioni non proprio da spellarsi le mani dagli applausi. Il campionato di Serie C è così. La storia di club come Catanzaro, Reggina, Bari e Ternana in questa categoria insegna che se hai competitività nei ruoli riesci a far fronte a squalifiche, infortuni, periodo di cali di forma perchè hai sempre la carta pronta che ti garantisce la stessa performance utilizzando altri calciatori”.

“Veniamo dalla gara col Pescara che è stata una faticaccia, soprattutto nella prima mezzora. Oggi stiamo peggio fisicamente per una serie d’infortuni ulteriori avuti. Al momento con il recupero di De Luca abbiamo 18 giocatori. Da un punto di vista numerico e della stanchezza fisica stavamo meglio col Francavilla, che poi quella è stata la migliore prestazione sul piano della continuità e delle occasioni create, d’intensità della partita. I giocatori domani sono chiamati a fare un grosso sforzo mentale e fisico, la volontà per riuscirci i ragazzi quasi sempre hanno dimostrato di avercela, tranne nel secondo tempo di Messina. Affronteremo una squadra che ha già vinto lo scorso anno a Catania ed ha diversi calciatori riconfermati che stanno facendo molto bene anche in C. Prima dello stop interno col Brindisi venivano da 5 risultati utili consecutivi tra cui una vittoria a Latina abbastanza meritata. Ci attende una partita complicata, difficile, dovremo essere molto bravi raschiando il barile. E’ importante che i ragazzi tirino fuori tutto quello che hanno in questo momento cercando anche di dosare alcuni minutaggi per evitare poi di andare a Benevento in 13-14”.

Mi piacerebbe essere cinici, non mi aspetto un Sorrento che faccia le barricate. Sarà molto dispendiosa la gara sul piano fisico contro un avversario che corre e fa correre. Il cavallo di battaglia di questa gara sarà la corsa, l’intensità, il ritmo perché il Sorrento è una squadra che va forte. Sorrento dinamico, propositivo, si muovono tutti senza palla, fanno continue rotazioni, ti vengono a prendere alti, sono ben organizzati e allenati. Inoltre il Sorrento è più riposato di noi, sta bene. Seppur stanchi e decimati dagli infortuni, la speranza è di vincere con la convinzione di essere propositivi come sempre, sapendo che se la vittoria dovesse arrivare sarà sofferta. Ovviamente mi piacerebbe se i ragazzi mi dessero delle bellissime risposte fornendo un’altra prova dal punto di vista fisico intensa, sulla scia di quella fatta col Francavilla. Sarei felicissimo”.

“Chiricò falso nove? Mercoledì ha giocato in quel ruolo, potrebbe rifarlo in futuro. Col Pescara la scelta è stata dettata tanto dall’atteggiamento della linea difensiva del Pescara ma soprattutto dal fatto che il Pescara sul piano strutturale non aveva tanti centimetri. Nelle valutazioni che noi facciamo, ogni gara ha le sue caratteristiche con avversari diversi. Pensare di avere un unico abito che va bene per tutte le stagioni, oggi per come siamo numericamente, fisicamente e per la nostra classifica è complicato. Dobbiamo mettere i giocatori nelle migliori condizioni di esprimersi. Il Sorrento invece sui piazzati attacca bene la porta, valutiamo se è il caso di avere qualche giocatore strutturato in più rispetto alla gara col Pescara. Noi con i calci piazzati abbiamo vinto 4 partite, sia in fase offensiva che difensiva devi anche pareggiare un eventuale gap di centimetri”.

“Chiricò? Gli ho chiesto di venire meno incontro alla palla e di attaccare di più la profondità. Poi Chiricò è libero di seguire il suo istinto, basta che faccia la rincorsa per rincorrere il terzino. Nel calcio ci sono le doppie fasi e l’equilibrio è spesso dato dalla fase di non possesso. Un calciatore che ha giocato pochissimo in B e zero volte in A, anche se spesso è andato in doppia cifra in C, se non ha mai fatto il salto è perchè deve migliorare qualcosa. Per me può giocare ancora per diversi anni ad alti livelli anche per la fisicità che ha. Se vuole fare un salto di livello io gli ho suggerito come fare. Se poi lui si accontenta di giocare nei top club di C e vincere i campionati di C, è una scelta personale e va rispettata”.

“Pelligra? Da quello che ho sentito le idee sono molto chiare, la solidità c’è. Si è posto un obiettivo e farà di tutto per cercare di raggiungerlo. Abbiamo parlato più che altro degli aspetti infrastrutturali, perchè oggi ci alleniamo al Cibalino che ha una storia affettiva importante per i tifosi ma è un campo di 50 metri per 80, non proprio l’ideale. Cercheremo di fare il massimo che si può fare ma andare in B ed A convincendo i giocatori a venire ad allenarsi in una situazione così non invoglia. Le infrastrutture devono andare di pari passo con gli obiettivi. Io in passato ho avuto tantissimi rifiuti di calciatori proprio per questo motivo. Noi dobbiamo avere una casa. Se fosse Torre del Grifo non avrebbe tempi brevi. Dobbiamo avere una casa anche piccola, con un campo in erba di dimensioni regolamentari l’anno prossimo, avendo a disposizione una palestrina, un magazziniere che custodisca le cose senza traslocare ogni volta che c‘è un allenamento. Al momento questa è una urgenza primaria. A volte ci alleniamo anche allo stadio, lo sacrifichiamo ed il terreno ne risente. Nel mio pensiero di programmazione la priorità oggi è avere un campo adeguato alle nostre ambizioni”.

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