Vigilia di Benevento-Catania. L’allenatore rossazzurro Cristiano Lucarelli analizza tanti temi interessanti in vista del match, con uno sguardo rivolto anche al futuro. Ecco le parole del mister in sala stampa:
“L’atteggiamento della squadra deve cambiare negli ultimi venti metri, rivedendo la partita di lunedì sera abbiamo sviuppato 24 situazioni, sono tantissime ma se nella casela dei gol realizzati c’è lo zero dobbiamo migliorare. De Francesco ci ha messo 4 secondi ad esultare, non credeva nemmeno lui di avere fatto gol. La prestazione rivedendola, non parlando di pancia perchè anch’io mi sono fatto un pò condizionare dal risultato, ha evidenziato un’altra buona partita secondo me con un paio di rigori non concessi per l’ennesima volta. Al netto della nostra crescita, che deve essere costante, dobbiamo cercare di migliorare a livello realizzativo negli ultimi 20 metri, allora diventa tutto più facile. L’abito è quello giusto, bisogna trovare la via del gol. O ce l’ha o non ce l’hai. Un difensore o un centrocampista li puoi migliroare, ad un attaccante non puoi insegnargli a fare gol. O te l’ha donato la natura, oppure può essere un pò più difficile Arriveranno momenti che con un tiro vinceremo le gare, oggi creiamo tanto ma non concretizziamo. In compenso siamo una delle migliori difese del campionato, dal punto di vista difensivo c’è qualcosina da correggere in temini di lavoro ma credo che il reparto si stia comportando bene in proporzione ai gol fatti. Chi vuol essere protagonista deve prendere pochi gol”.
“Venivamo da una settimana di lavoro intensa, abbiamo cercato più che altro di recuperare le forze. Purtroppo ci sono stati altri due infortuni, Bocic e Mazzotta che non saranno disponibili domani. Avremo 16 giocatori di movimento, che bastano considerando le 5 sostituzioni. Le assenze però non devono essere un alibi. Cercheremo di affrontare nel migliore dei modi una squadra partita con i favori del pronostico, che ha un direttore sportivo con cui ho un ottimo rapporto e grosso intenditore di calcio, con una proprietà forte economicamente e ambiziosa che da tanti anni con sacrifici porta avanti le sorti del Benevento. Ha una rosa importante per la categoria, finora anche loro non hanno raccolto abbastanza per il potenziale di cui dispongono ma è comunue una squadra temibilissima da affrontare il Benevento”.
“Il mercato di gennaio è balordo perchè chi ha giocatori bravi, in forma e che stanno bene difficilmente li cede. Rischi di prendere dei calciatori che non hanno minuti nelle gambe, magari poco allenati e rischi invece di mandare via dei giocatori allenati, pronti, prendendone altri non pronti. E il 24 gennaio avremo una gara molto importante. Noi faremo il massimo in campionato, potrebbe bastare arrivare in finale di Coppa Italia per avere il diritto di accedere ai playoff da terzi classificati nel caso in cui ci fosse il Padova in finale, essendo già i patavini nelle prime posizioni. Significa che in automatico a febbraio sapresti già di disputare i playoff da terzo in clasifica con tre mesi per prepararli, un vantaggio non di poco. Il problema è arrivare alla gara col Rimini con i giusti innesti. In qualche eccezione si può fare una valutazione diversa, accettare chi non ha giocato tantissimo ma sai che una volta messo a posto può darti molto più di qualcosa. Gennaio però, ripeto, è un mercato particolare e dobbiamo stare attenti a mettere i tasselli giusti, soprattutto allenati”.
“Aggiungiamo il fatto che Catania non è una piazza per tutti. Il Catania per me tecnicamente è un’ottima squadra, se io li vedo allenare noto anche giocate da categoria superiore perchè diversi giocatori presenti in rosa hanno giocato in B con un rendimento dignitoso. il problema è se prendi il calciatore, non lo conosci umanamente e non sai quale può essere il suo rendimento in una piazza come la nostra. Serve trovare giocatori allenati, pronti, da Catania. Cicerelli? Negli ultimi anni ha vinto campionati e disputato playoff di B per andare in A. E’ abituato a giocare in piazze calde, noi riteniamo che una volta rimesso in pista – ha giocato a Reggio, Salerno ed è ancora giovane – sia un’opportunità per il club. Continuerà ad allenarsi, se riterremo che tutto è a posto può essere un rinforzo di prospettiva“.
“Quando ho parlato con la società, si è data un obiettivo: Serie B entro tre anni e tre anni per la A. La società non lo sbandiera ma l’obiettivo è questo e noi se ci riusciamo subito siamo tutti più contenti, se servisse più tempo non importa perchè dobbiamo arrivarci. Il presidente investendo tanti soldi ha anche bisogno che ci siano dei risultati sul campo. Un gruppo come quello – io mi sono spaventato quando ho saputo i numeri del patrimonio del gruppo – ovviamente vuole sincerarsi che gli investimenti abbiano fruttato qualcosa. Il frutto è portare il Catania in Serie B. Il Gruppo Pelligra è molto ampio, al’interno ci sono dei trust, degli advisor consapevoli che nel calcio un certo tipo di guadagno non c’è e può essere che qualcuno dica basta con il calcio se butti esclusivamente soldi. Sei mesi sono passati, mancano due anni e mezzo, entro quel tempo dobbiamo cercare di portare il Catania in B senza se e senza ma. Noi abbiamo un tempo perchè la società deve crescere anche dal punto di vista infrastrutturale. In tal senso ci sono delle cose che vanno avanti, la società so che si sta impegnando per cercare di riportare il marchio a casa, è disposta a fare un ragionamento su Torre del Grifo ma non ai numeri attuali perchè dopo una verifica dei tecnici la struttura ha bisogno di un investimento di 10 milioni solo per riattivarsi. Se ci mettiamo 27 milioni di richiesa, per un club di C è proibitivo. Se si rivedessero le cifre, la società mi dice che l’intenzione sarebbe quella. Trovando però un campo momentaneo perchè per rimettere a posto Torre del Grifo ci vorrebbero almeno dieci mesi di lavoro“.
“L’anno scorso nonostante il numero di abbonati il Catania ha avuto una perdita di circa 3 milioni ripianata dalla famiglia Pelligra che ha messo soldi di tasca propria per pareggiare il bilancio e hanno deliberato lo stanziamento di talti soldi per pareggiare il bilancio di quest’anno, che presenta costi nettamente superiori. La società è forte, solida. L’anno non è iniziato nel modo giusto ma possiamo ancora raddrizzare l’annata. Vogliamo giocarci le nostre possibilità in campionato, Coppa Italia ed eventualmente nei playoff. Grella sa che qualcosina è stato sbagliato ma è normale, non bisogna crocifiggere, in un processo di crescita si sbaglia e per crescere è necessario anche sbagliare, poi capisci l’errore e impari. La proprietà ha vissuto la versione bella e positiva di Catania quando vince ed il volto di chi si lamenta per i risultati che non arrivano. Loro sono i primi ad avere l’interesse di portare il Catania più in alto possibile. Noi siamo qui affinchè questo accada più in fretta possibile ma c’è da costruire e crescere nel tempo, cercando di essere tutti più veloci. Questo è il progetto che ho sposato, devo portare il Catania in B ed io ci riuscirò. Se poi così non sarà, giusto che me vada a casa“.
“Serve l’aiuto di tutti. Società, allenatore e calciatori in primis ma non solo, perchè i risultati sportivi si ottengono se c’è un’unità d’intenti. La critica è giusta. C’è gente che ha dato la vita per la libertà di parola, figuriamoci per la libertà di critica ma devono essere costruttive, non populiste. Altrimenti si toglie un mattoncino ad una casa dove tutti insieme dobbiamo cercare di costruire. Io ho fatto un appello ed i tifosi ci hanno sempre applaudito, non ho avvertito fischi durante le partite. E’ un aspetto che deve coinvolgere tutti perchè non ho mai visto nel calcio vincere una squadra contestata. Questa è una piazza sotto tanti punti di vista bella e dannata, ma come ho sempre detto se fai bene qui come calciatore, allenatore e dirigente sei formato per far bene da tutte le parti. Catania non è per tutti, quei pochi che sono riusciti a vincere sono ancora nel cuore della gente, di questa città, motivo per cui mi sono fatto la promessa qualche anno fa che non avrò pace fino a quando non avrò raggiunto l’obiettivo a Catania. L’ho centrato da altre parti, lo voglio centrare qua. Questa stagione può essere difficile ma non è una stagione finita. La storia è lunga, e la storia del calcio insegna che può succedere di tutto anche per chi arriva ai playoff senza aver convinto fino a quel momento. Non togliamo il mattoncino, troviamo la forza di metterlo perchè la casa sia una struttura stabile che ci possa riservare delle soddisfazioni già da ora. Se non riusciremo adesso, ci proveremo con tutte le forze il prossimo anno”.
“Con la società c’è condivisione su tutte le esigenze, anche nell’ottica di avere figure in più all’interno. C’è la massima disponibilità e lo dico veramente. Disponibilità massima sul mercato, ricercare strutture adeguate per finire l’anno in una certa maniera e riprenderci la nostra casa in futuro. Vedo tante disponibilità, sia con Pelligra che con Grella l’obiettivo è comune. Vincenzo mi ha mandato un messaggio dopo il ko col Sorrento che conserverò, ve lo leggerò quando arriverà quel giorno. Dopo una sconfitta tutti prendono un pò le distanze, lui ha scritto invece una cosa molto bella e la mia risposta è stata di essere certo che quel giorno arriverà. Nessuno possiede la sfera magica e sa che nel calcio anche facendo tutto bene non è detto che tu vinca. Come dice Allegri nel calcio vincere è la anormalità, perdere è la normalità perchè ci sono 100 squadre professionistiche in Italia e poche vincono i campionati e playoff ogni anno. L’8% del calcio italiano vince, il resto perde. Noi se dovessimo perdere saremmo cresciuti molto o impareremmo dalle sconfitte per arrivare a vincere. Dobbiamo sempre trarre le valutazioni a fine gara con la massima lucidità, altrimenti rischiamo di buttare via il bambino e l’acqua sporca. Anche nelle difficoltà, nella frustrazione, nella rabbia e nell’ira massima di una sconfitta dobbiamo essere lucidi per seguire la strada giusta. Ci vuole tempo per vincere in questo girone maledetto di Serie C. Una volta tolti da questa C sarà una volata molto più breve“.
“Sulla base dei contenuti delle partite, noi abbiamo alzato di molto la media di chilometri macinati in campo singolarmente e come media squadra, i dati non lasciano spazio ad interpretazioni anche con riferimento a tiri in porta ed occasioni create. Ci sono progressi, poi il calcio non è una scienza esatta. Noi col Francavilla abbiamo subito un tiro ed un gol, a Messina due tiri ed un gol, col Sorrento un tiro e un gol. In fatto di occasioni create, in quantità industriale, c’è una crescita costante. Noi abbiamo otto punti in meno in campionato, avremmo meritato di più ma non sempre il risultato rende giustizia alla prestazione. Mi auguro di cominciare a raccogliere il seminato prima possibile, oggi i risultati in campionato dicono cose diverse ma non le prestazioni. Dobbiamo abbinare prestazioni, risultati e gol. La macchina va a benzina, il calcio va buttando la palla in rete. Se no si cammina più lentamente e fai maggiore fatica ad arrivare in cima”.
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