Vigilia di Catania-Virtus Francavilla. Mister Cristiano Lucarelli non si fida assolutamente dell’avversario biancazzurro e ribadisce che non sarà una partita semplice. Tanti i concetti espressi dal tecnico rossazzurro in conferenza stampa. Ecco quanto evidenziato:
“Questi tre risultati hanno aiutato il morale, l’autostima, la convinzione di poter fare delle buone cose. Da quel punto di vista procede bene, c’è il giusto entusiasmo e deve rimanere entusiasmo perché se diventa euforia è molto pericoloso. Noi i problemi li abbiamo quando siamo forse troppo euforici e diamo troppo per scontato certe cose. Ben venga l’entusiasmo, no all’euforia”.
“La Virtus Francavilla è una realtà che da 6-7 anni fa questo campionato con una società seria, un presidente di un certo tipo che ha sempre costruite squadre competitive in un ambiente dove anche tanti giovani crescono bene. In questi anni si sono divertiti a rompere un pò le scatole a tutti, parliamo di una realtà ormai consolidata di questo campionato. E poi quando c’è un cambio di allenatore ci sono sempre nuove motivazioni, entusiasmo e voglia di mettersi in mostra. Io domani so perfettamente che dovremo sudare sette camicie per riuscire ad avere la meglio su una squadra di valore che per una serie di motivi non si è espressa bene con il precedente allenatore. Il nuovo tecnico ha delle ottime idee di calcio e gioco, ha raggiunto una salvezza miracolosa a Cosenza e disputato un ottimo campionato a Olbia, già all’esordio a Francavilla ha fatto vedere un certo tipo di calcio, sarà una gara molto complicata, per tanti aspetti la più difficile per noi sulla carta da affrontare da qui alla fine del girone d’andata”.
“La prima settimana di lavoro sono arrivato di martedì e giocavamo sabato. Questa settimana abbiamo tre partite ravvicinate e quindi gran parte del lavoro è stata dedicata al recupero delle forze e di quei giocatori che hanno avuto qualche acciacco. A Giugliano ho potuto lavorare invece con una settimana tipo, l’unica. E’ stato più facile lavorare sull’autostima ma tatticamente c’è ancora da lavorare tanto. Dei concetti s’incominciano a vedere, basti guardare anche i due gol fatti mercoledì più il rigore conquistato. Tatticamente non sono ancora soddisfatto del tempo avuto a disposizione per poter trasferire più informazioni e concetti possibili alla squadra, ma pochi concetti sono chiari e forse sono stati recepiti in un certo modo, dobbiamo consolidarli e, una volta fatto questo, lavorare anche a soluzioni alternative. Il tempo a disposizione è poco, non sono rilassato ma sereno e fiducioso sì, pur sapendo che domani è una brutta gatta da pelare”.
“Più mettiamo legna in cascina, meglio è. Bisogna creare una mentalità che ci deve vedere mettere insieme una serie di vittorie, un filotto di risultati positivi senza mollare la presa e rilassarci. Una capacità che dobbiamo inculcare nei ragazzi, quella di vincere le partite e poi ripartire come se avessimo perso. Con quell’approccio feroce agli allenamenti, altrimenti il rischio è di pensare di essere bravi e di avere risolto i problemi, noi invece dobbiamo essere bravi a non sentirci troppo bravi”.
“I ragazzi sono stanchi perchè è una settimana impegnativa, giocando 120 minuti ad alta intensità non arrivi bello fresco e profumato all’incontro di domenica, ma a me piace anche questa situazione perchè è un modo anche per capire quanto è profondo il nostro spirito di sofferenza per arrivare a cercare di vincere le partite. Sono tutti test importanti per noi, misureranno tante nostre capacità necessarie per essere protagonisti o costruire un futuro da protagonisti”.
“Una partita si gioca in tanti e più modi durante la gara stessa. Nell’arco di una partita pensare di schiacciare l’avversario per 95 minuti nella propria area diventa utopico, ci sarà sempre il momento dell’avversario. Ci sarà quando soffrire e spingere, fare diverse letture tattiche all’interno della stessa partita, quando rifiatare, verticalizzare o palleggiare. Una partita ha tante sfaccettature e momenti, dovremo essere bravi a fare le scelte giuste nei vari momenti dell’incontro”.
“Stiamo cercando di costruire una mentalità forte. Mercoledì in Coppa Italia è venuta fuori una partita piacevole perché anche al Crotone piace giocare a calcio, ma non tutte le squadre ti mettono in quella condizione, c’è anche chi costruisce i bunker e abbassa il tempo effettivo di gara. Dobbiamo sapere gestire ogni situazione e quando arrivano gare con avversari che si difendono prevalentemente e ripartono, lavorare benissimo sulle preventive per non concedere ripartenze ed affondare il colpo, essere cinici nel momento giusto”.
“Tutto è migliorabile, io col mio staff cerco sempre altre soluzioni e frecce nell’arco perché è giusto così, mai cullarci sugli allori. Anzi l’esperienza in questo mondo sia da calciatore che da allenatore mi insegna che non bisogna mollare l’osso quando ce l’hai in bocca, che è molto più difficile. Se perdi è facile preparare la settimana del riscatto perché hai il dente avvelenato e non vedi l’ora di cercare di rimediare al risultato della partita precedente. Allora va fatto un salto di qualità come gruppo. La gara di domani assume importanza incredibile intanto in termini di punti, classifica e soprattutto mentalità. Capendo quanto il pregresso debba essere tenuto in considerazione per cercare di non ripeterlo. Spero e sono convinto che vinceremo spesso, ma ogni settimana dovremo resettare tutto. Vincere ti dà soddisfazione ma non devi trascurare il dettaglio, che poi è quello che ti fa vincere le gare”.
“Io sono contento delle risposte che sto avendo dai giocatori. Avevo da fuori la sensazione che qualcuno si fosse già arreso, invece dati alla mano non è così. Per me è un aspetto basilare. Come ho detto in altre circostanze, per costruire serve programmare. E per programmare serve non rivoluzionare. Se ogni volta cambi 10 giocatori, allenatore e direttore sportivo diventa complicato, invece qui c’è una buona base sicuramente migliorabile, va creato uno zoccolo duro forte dove poi per ogni sessione di mercato basta mettere 3-4 giocatori senza stravolgimenti. Altrimenti diventa un grand hotel più che una squadra di calcio. Dobbiamo fare scelte mirate, arrivando a mettere a punto la macchina. 92 società professionistiche non vincono il campionato. Se non si arriva all’obiettivo non è che butti giù la casa, se le fondamenta sono solide programmi, noi dobbiamo fare il massimo quest’anno riuscendo anche in una maniera alternativa a provare a vincere attraverso i playoff. Se ci riusciamo sarà un grande lavoro, altrimenti abbiamo lavorato e costruito per essere protagonisti il prossimo anno”.
“Nelle mie precedenti esperienze di Catania ci sono state tante partite ribaltate e vinte negli ultimi minuti, il mio input è sempre stato quello di crederci fino a quando l’arbitro non fischia la fine e cercare di fare un altro gol per essere tranquilli. Succede anche che domenica ti ritrovi ad avere un campo di Serie A come il nostro e magari, poi, nei giorni successivi giochi in un campetto con poche persone al seguito. Passi da un picchio di emozione all’altro, allora la bravura dei nostri giocatori deve essere quella di pensare solo al rettangolo verde. Ciò che è fuori a noi non deve interessare. A prescindere da quanto pubblico c’è allo stadio le nostre energie devono essere unicamente concentrate sul rettangolo verde e l’avversario. Anche perché non ho mai visto un capo ultras fare gol, fermo restando che lo stadio ti può trascinare quando sei stanco e ti accompagna all’impresa, noi questa fortuna ce l’abbiamo e mercoledì è accaduto proprio questo. Il problema è passare da un eccesso all’altro, lì dobbiamo tenere la linea dritta”.
“De Luca come tuti gli altri, sanno cosa voglio e cosa devono fare per essere presi in considerazione e giocare con continuità. Dipende da loro, la formazione la fanno loro. L’allenatore sceglie in funzione di quello che vede durante la settimana ed in partita. A Giugliano sapevamo che a destra giocava Ciuferri che a piede invertito poteva mettere in difficoltà Mazzotta, quindi ho scelto un piede invertito per difendere meglio. A volte puoi fare degli accorgimenti tattici, poi sono i giocatori che devono proporsi e quando si sono conquistati il posto se lo devono guadagnare, devono ringhiare per tenersi stretta la maglia”.
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