BILANCIO DI FINE ANNO: 2023 dai due volti, a gennaio la necessità di rilanciare

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foto Catania FC

Arriva la chiusura del 2023 e con esso, automaticamente, scatta il classico bilancio di fine anno. Un 2023 particolarmente intenso, lo sapevamo, culminato in primavera con la promozione del sodalizio etneo tra i professionisti a coronamento di un campionato condotto sin dalle prime battute. Il periodo succeduto a quello dei festeggiamenti, invece, poteva e doveva essere gestito meglio, ma in fin dei conti il 2023 è stato un anno importante perché ha riportato i vessilli rossazzurri a competere in un campionato professionistico, dopo il devastante fallimento di qualche tempo prima e la conseguente interruzione del ramo sportivo del Calcio Catania spa.

Un anno che ha regalato alla città di Catania momenti impressi già nella storia, che ha consacrato alle falde dell’Etna personalità legatesi indissolubilmente alla piazza, basti pensare alla guida tecnica della Serie D, Giovanni Ferraro, amatissimo dai tifosi e grande protagonista in positivo della cavalcata del Catania. Personalità che non sono rimaste a lungo ma per un periodo sufficiente per fare qualcosa di buono e indimenticabile. Il 2023 è stato un anno che ha portato tra squadra e staff uomini di valore, capaci di farsi apprezzare da una città complicata e molto esigente.

Non è stato per tutti così, l’altra faccia della medaglia rispetto a Ferraro è quella rappresentata da Luca Tabbiani, mai entrato nelle grazie dei supporters rossazzurri, soprattutto per gli insoddisfacenti risultati conseguiti fino al momento dell’esonero, con successivo ritorno – il terzo – di Cristiano Lucarelli.

Ci sono calciatori che nel 2023 hanno dato alla propria carriera una spinta in positivo: Bethers e Castellini su tutti, ma anche Chiarella, sono calciatori che a Catania hanno trovato terreno fertile per imporsi nel calcio che conta.

Più complicato fare valutazioni sulla proprietà e sulla dirigenza del Catania. Se da una parte vincere la Serie D era da mettere in preventivo, molto più complicato, sin da subito, si è rivelato convincere in Serie C, un campionato infernale con tante realtà preparate e ben strutturate. Non ha assolutamente convinto la superficialità con cui sono state assunte determinate e delicate decisioni in estate, dalla guida tecnica ad alcuni calciatori selezionati dall’allora ds Antonello Laneri, poi sollevato dall’incarico (ottimo comunque il suo lavoro l’anno precedente) e da Vincenzo Grella. Grella che ha pagato forse l’inesperienza in questa categoria, bruciandosi in alcuni momenti chiave gestiti con un’eccessiva fiducia che non ha trovato riscontri nei risultati. Alla fine la presa d’atto della necessità che sarà sperimentata già a gennaio di rilanciare subito, mettendo alla prova anche la forza di Pelligra e la sua disponibilità a investire più di quanto precedentemente deliberato.

Il nuovo anno si apre con una serie di test insidiosi per questo club, che non può aspettare a lungo per centrare l’obiettivo promozione. Bisogna guardare in faccia la realtà, in un torneo in cui gli investimenti sono tutti a perdere, centrare il salto di categoria non è un’opzione ma una necessità. Aspettiamo inoltre di capire se in futuro ci sarà l’intenzione di completare l’assetto dirigenziale con un nuovo direttore sportivo, una figura che serve nonostante la bontà e le competenze di un Lucarelli manager che ha stuzzicato e non poco la piazza.

Un anno dai due volti, la cui bilancia pende ancora sul lato delle soddisfazioni e della fiducia, a tempo, in attesa di altri successi che servono alla città per scrollarsi di dosso anni di buio e delusioni.

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