Nel corso di ‘Anteprima Corner’, su Telecolor, il giornalista Alessandro Vagliasindi esterna le proprie considerazioni sulla vittoria riportata sabato dal Catania contro la Turris allo stadio “Angelo Massimino”. Ecco quanto evidenziato:
“E’ ancora prematuro guardare in classifica quello che fanno le battistrada. Io punterei sulla partita successiva, mattoncino dopo mattoncino, e poi come ha detto Lucarelli la classifica magari la riguardiamo dopo Benevento. E’ un ciclo di gare che ci potrà dare altre indicazioni, però aumenta il rammarico per questa decisione giunta tardi. Si sono perse partite su partite prima di chiudere la fallimentare gestione Tabbiani. Ed in queste partite il Catania ha perso dei punti che probabilmente a fine stagione rimpiangeremo. La società ha capito quale doveva essere il profilo di allenatore da portare a Catania, questo allenatore ha le sembianze di Lucarelli per personalità, empatia, per modo di leggere la partita da bordo campo. Il modo di gestire la gara da bordo campo è totalmente all’opposto di Tabbiani, che sembrava uno spettatore della partita. Lucarelli invece sembrava il 12/o uomo in campo mangiando l’area tecnica, andando su e giù in continuazione, questo significa fare gruppo in una piazza come Catania. Non ci voleva tanto a capire che tipo di allenatore servisse. Essersene accorto è un merito ma la scelta è arrivata con colpevole ritardo”.
“Il gruppo aveva bisogno di una scintilla perché in nessuna gara abbiamo visto acciuffare il risultato nei minuti di recupero, averlo fatto all’ultimo secondo dell’ultima azione con uno schema su palla inattiva, quindi mantenendo un quid di lucidità per capitalizzare questo schema, è evidente che sia l’espressione di qualcosa che la squadra aveva in pectore ma nessuno dello staff tecnico di Tabbiani, in primis Tabbiani stesso, riusciva a far tirare fuori. Lucarelli credo sia la persona giusta al momento giusto e sono sicuro che su questa vittoria possa il Catania veramente inanellare una serie di risultati. A condizione di guardare ancora i difetti, che ci sono, eliminandoli e migliorando il fraseggio, la qualità del palleggio e la capacità di verticalizzare e arrivare in area con continuità, cosa vista nitidamente nel primo tempo contro la Turris. Da queste precondizioni io credo che il Catania tra alcune settimane potrà avere una dimensione più consona al suo blasone”.
“Serve una condizione atletica degna – sappiamo bene cos’ha ereditato questo staff tecnico dalla precedente gestione – ed il carattere che è requisito imprescindibile in questo campionato. Non puoi correggere gli errori di impostazione atletica in così pochi giorni, servirà un po’ di tempo ma curare la mente con le vittorie può aiutare le gambe. Oltre al calo atletico probabilmente il Catania ha avuto anche un’ansia da prestazione, componente che ha inciso negativamente nel secondo tempo. Ma non ha sofferto chissà cosa nella ripresa, a parte il gol non ricordo situazioni particolarmente pericolose all’interno dell’area di Bethers. Questo è frutto magari anche di qualche accorgimento tattico di Lucarelli che ha voluto nel secondo tempo che la squadra si raccogliesse, diventasse compatta e chiudesse le linee. Al di là dell’amnesia sull’1-1, il Catania ha tenuto bene dietro considerando anche che la Turris è il terzo migliore attacco della C. Non ho visto sofferenza come in altre partite disputate al Massimino”.
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