Ai microfoni di ‘Big Chance’, trasmissione a cura di Chancebet News, il volto catanese di Sky Sport Peppe Di Stefano rileva il cambiamento in atto tra le fila del Catania da quando Cristiano Lucarelli siede sulla panchina rossazzurra con una serie di riflessioni interessanti. Ecco quanto evidenziato:
“C’è stato un cambio di rotta. In Serie C o si vince come ha fatto il Catanzaro, spendendo il triplo dei soldi degli altri, ed i risultati si vedono anche quest’anno in B con giocatori di qualità, oppure vinci da Serie C. La partita di Giugliano mi ha ricordato qualche partita dell’anno della promozione del Catania in B, ad esempio successi come quello con gol di Cordone contro la Vis Pesaro. Classica partita sporca, complicata, difficile. O stradomini i campionati oppure vinci con partite sporche come Giugliano”.
“In casa Catania è cambiato il senso degli allenamenti, il timore della figura di Lucarelli che hanno molti giocatori. A volte vai a 30 km/h ma con un allenatore che ti mette in soggezione aumenti la velocità, fai quei 10 metri in più a partita che poi fanno la differenza. La variazione tattica è minima con l’inserimento del trequartista, emerge anche la praticità, subisci un pò meno. Se fai filotto a gennaio si può iniziare a pensare a qualcosa di ‘strano’, a mio modesto avviso. Inoltre il Catania non intende sminuire la Coppa Italia, può essere una strada da seguire”.
“Marsura? C’è un chiaro tentativo da parte di Lucarelli di recuperarlo. Che lui abbia una tecnica e qualità fisica diversa dagli altri e un colpo di testa diverso dagli altri è indubbio, ma è un giocatore che deve essere al 100% dentro le dinamiche di un club e di un allenatore. Se tu hai un giocatore come Marsura è giusto tentare di riportarlo dentro, se ti va bene recuperi un calciatore che in C fa la differenza autentica. A Giugliano è andato vicino al gol, la continuità poi la vediamo in 4-5 partite”.
“Era la mia grande paura che il Catania fosse legato esclusivamente a Chiricò. Se stai vincendo senza che Chiricò fa quello che aveva fatto vedere in questi anni e nelle prime giornate, vuol dire che quando Chiricò tornerà ad accendere la luce proponendo cose che tatticamente lo possono completare diventerà devastante. Che il Catania vinca senza una Chiricò-dipendenza è importantissimo”.
“C’è la necessità di dare l’anima in campo. Il Catania non stava male atleticamente da quello che mi risulta, ma una cosa è la condizione, una cosa è l’intensità. Ed è cambiato credo il ritmo e l’intensità degli allenamenti. I calciatori si ritrovano una montagna come Lucarelli che nello sport ha vinto e convinto con scelte anche ideologiche, lui è stato capopopolo a Livorno e di mille cose legate non solo al calcio. E’ un uomo di grande personalità, pensate che abbia paura di uno spogliatoio? Credo proprio di no. I calciatori sanno di avere una grande chance ad indossare la maglia del Catania. A volte basta toccare pochi tasti con giocatori di qualsiasi età. Di Carmine in tal senso è una speranza. So quanto la società ha speso economicamente e mentalmente per regalarlo alla piazza di Catania. Di Carmine è stato un manifesto, un emblema. Forse ancora non è un regalo col fiocco ma c’è tutto il tempo per fare questo fiocco e renderlo un regalo speciale”.
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