Ecco di seguito la seconda parte della conferenza stampa di presentazione di Cristiano Lucarelli (qui la prima parte), che torna a Catania dopo le precedenti esperienze:
“All’ambiente in generale chiedo un aiuto almeno fino a Natale. Ai ragazzi ho provato a spiegare che i tifosi non sono arrabbiati con loro ma sono talmente innamorati che a fine partita ammazzerebbero anche il proprio figlio in caso di sconfitta, c’è una depressione collettiva quando il Catania perde. Per il troppo amore per i colori rossazzurri. E’ importante cercare di isolarsi in questi momenti che spero siano finiti e non pensare che ci sia qualcosa di preventivo nei loro confronti. E’ solo una reale esigenza di una piazza presente nei numeri, nell’affetto e nell’amore verso questi colori. Chiedo ai tifosi di appoggiarci e sostenerci nell’interesse soprattutto dell’amore per il Catania, dandoci il tempo necessario per sistemare e capire le cose. Poi al 95’ se meritiamo i fischi li prendiamo, ma nell’arco dei 95’ se sbagliamo dei passaggi, cinque passaggi, chiedo di starci vicino perché io non sono un mago, serve un periodo di tempo”.
“Aprire le porte degli allenamenti ai tifosi? Non ne abbiamo parlato ma si può fare tranquillamente un allenamento a settimana a porte aperte, come accaduto anche in passato a Torre del Grifo. Non è qualcosa che toglie, eventualmente dà. Come sono rispetto a sei-sette anni fa? Porto molta più esperienza a Catania. Ero sicuramente diverso, oggi le esperienze mi hanno fatto maturare, nel frattempo ho anche vinto, ho fatto tre anni di Serie B affrontando allenatori bravi. Sono un tecnico diverso nelle conoscenze, in quello che propongo. Penso che un allenatore debba essere anche un po’ un sarto, rendendosi conto del materiale a disposizione cercando di valorizzarlo il più possibile senza essere collegato concettualmente a determinati moduli perché un allenatore deve essere aperto alle idee. Per far questo devi conoscere tutti i moduli, pregi e difetti di ognuno, trasferendo la convinzione che il campionato inizia oggi. Quel che è stato fatto finora dal mio punto di vista non ha più importanza. Questa squadra non ha espresso il suo reale potenziale secondo me. Nel bene o nel male oggi sono tutti in discussione, chi ha giocato di più deve consolidare la propria posizione e chi ha avuto meno spazio può proporsi e far vedere di meritare di essere preso in considerazione. Si riparte tutti alla pari”.
“Scommesse particolari con Grella? L’eventuale terzo anno di contratto è condizionato al verificarsi di determinati eventi, ho già fatto una scommessa con lui. Giovani? E’ importante avere anche giovani importanti che possano rappresentare lo zoccolo duro dell’anima e dello spogliatoio del Catania. In generale ritengo che non si possa rivoluzionare tutto ogni anno perché questa strada non potrà mai portare ad ottenere risultati. Giusto battezzare un gruppo storico, che incarni il nostro ambiente. Se si sbaglia una partita e cominciamo a dire che il giocatore non è da Catania si fatica a creare un’anima a questa squadra. I campionati si vincono con la programmazione. Soprattutto in questo girone che dal punto di vista ambientale è molto più complicato perché trovi campi caldi. Dobbiamo fare un lavoro di team con giocatori che possano avere una lunga vita a Catania, aggiungendo qualcosa di nuovo per creare un’anima. Bisogna far capire cosa è la piazza di Catania, non è facile trovare giocatori che abbiano attitudini ad esprimersi in questo palcoscenico, magari bravissimi in altre piazze ma a Catania poi non fanno bene. Ci vuole un lavoro certosino, con calma e serenità nelle valutazioni sia nelle sconfitte che nelle vittorie. Non è tutto da buttare finora”.
“La lotta al vertice? Alla Juve Stabia va dato il merito di avere fatto squadra sopperendo anche a formazioni sulla carta più forti, a conferma che in questo campionato non contano i nomi dei giocatori nè della piazza, ti devi sporcare le mani a fondo, metterti sullo stesso piano degli altri. Va riconosciuto anche che l’Avellino con il cambio di allenatore ha messo la marcia più alta e stanno vincendo giocando bene. A Benevento il Direttore Sportivo ha fatto un lavoro ottimo perché l’anno scorso il Benevento era favorito per vincere la B ed è retrocesso in C con soldi e mutualità che ti permettono di programmare, in terza serie invece o hai tanta gente allo stadio che genera degli introiti oppure questi sono pari a zero. Il D.S. del Benevento ha tenuto la barca mettendo su un‘ottima squadra. Inoltre la Casertana si è mossa a mercato fermo prendendo gente in esubero ma che in C è di livello. Il campionato esprime più squadre in lotta per vincere il campionato”.
“A Catania sono sempre tornato molto volentieri perché ho degli amici qui. Ritrovo in società dei personaggi che potenzialmente sono molto importanti perché fanno da trait d’union tra il Catania della famosa matricola e quello che è il Catania di oggi. E’ necessario lasciare un’anima di ciò che è stato integrandola con una nuova società e nuovi orizzonti. Grella da calciatore ha affrontato il Catania ma poi quando sei dentro ti rendi conto delle tante sfaccettature e dettagli che ci sono in questa piazza. Ci sono tante persone nel club che sanno come funziona la gestione e alcune dinamiche che in altre piazze possono essere di poco conto. Rappresentano un valore aggiunto. Vale per Ciccio Lodi e gli altri”.
“La situazione è indubbiamente migliorabile, io non metto le mani avanti ma credo in questa squadra e so che può fare molto meglio. Questo dipenderà da una serie di fattori che ovviamente io non tralascerò e ci devono portare a fare subito dei risultati nell’emergenza. Poi se inanelliamo una striscia di risultati che rigenerino questa squadra nella mente e nelle gambe io credo che il campionato al momento possa offrire ancora degli spazi. Con uno svantaggio così consistente non può dipendere solo da noi, ma non si deve vincere per forza il campionato, ci sono club che sono arrivati in B tramite altre strade. L’obiettivo è di non arrivare all’ultima giornata e dire che potevamo fare di più, ma avere speso tutto portando ogni goccia di sudore noi come staff ed i giocatori. Ai calciatori dico sempre di avere la coscienza a posto nel dare tutto. Poi può capitare una giornata in cui dai 6, ma lo voglio. Non voglio il 5.5. Quando possono darmi 10 voglio 10, non 9.5. Voglio il massimo che mi possono dare quel giorno. Non puoi avere la fortuna che tutti i giocatori siano al top delle prestazioni, difficile che tutti siano al 100% in campo ma se noi alziamo le prestazioni riuscendo a vincere più duelli positivi, abbiamo più possibilità di fare bottino pieno”.
“Non ho tempo da perdere, io sono uno schietto e non le mando a dire. Può darsi che qualcuno pensi di non vedere l’ora di arrivare gennaio, se è così me lo deve venire a dire e lo tutelo facendo altre scelte. Se qualcuno alza bandiera bianca e non regge Catania non è un problema, lo proteggo e aiuto ma ho bisogno di guerrieri che stiano in prima linea, che si sgomiti per stare in prima linea. Ho bisogno di giocatori che poi sbagliano il passaggio e continuano a riprovare il passaggio. Voglio chiudere un cerchio, mi è riuscito in altre parti e devo riuscirci qui che non è una piazza uguale alle altre. Coltivo dentro di me un sogno, perché i sogni vanno coltivati, mi viene la pelle d’oca se penso che un giorno l’arbitro sancisca la promozione in B del Catania. Non mi farebbe sentire la paura di affrontare tutto quello che c’è da affrontare per realizzare un bel sogno. Invece di preoccuparsi se vengono contestati, ai ragazzi ho suggerito di pensare a cosa può succedere se li portiamo in Serie B. La cosa più importante è focalizzarsi su questo, inoltre per me conta il concetto di squadra, sapete che non amo l’Io ma il Noi. E voglio che la squadra assicuri il Noi in tutto quello che fa, in settimana e nell’arco delle partite, poi se ci riuscissimo anche fuori dal campo faremmo bingo (ride, ndr)”.
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