CARRA: “Pelligra sta investendo tanto a Catania. Logo, preparata manifestazione d’interesse. Affiliazioni, ci allargheremo anche al territorio nazionale”

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Ospite della trasmissione ‘Cataniamente’, su Video Mediterraneo, il Direttore Generale del Catania Luca Carra fa il punto della situazione in casa rossazzurra andando ad approfondire vari aspetti legati alla gestione del club. Ecco quanto evidenziato:

“Quella con la Turris è stata una vittoria importantissima non tanto per la partita in sé, ma per dare una scossa e fiducia ai ragazzi che in altre occasioni non hanno ottenuto un risultato che magari avrebbero anche meritato. Lucarelli l’ha definito il miglior modo per iniziare, non se lo sarebbe immaginato diversamente l’esordio e sono d’accordo con lui, anche se abbiamo perso dieci anni di vita (ride, ndr) ma quel gol ti ripaga di tutte le sofferenze vissute fino a quel momento. Fermo restando che non abbiamo ancora fatto nulla. Noi dobbiamo pensare alle nostre partite, vincendone il più possibile. Poi vedremo dove saremo arrivati“.

Il nostro presidente sta investendo tanto. Ragioniamo sulle infrastrutture ma abbiamo già fatto tanto, anche se visto da fuori non sembra, sostenendo anche lavori allo stadio, come accaduto già lo scorso anno quando ci siamo occupati dei nuovi tornelli. Abbiamo affittato una palazzina in via Etnea dove abbiamo realizzato una foresteria e vivono più di 20 ragazzi del settore giovanile che vengono da fuori Catania, assistite da persone fisse. C’è l’investimento effettuato su Nesima. Torre del Grifo? Oggi la cifra che la curatela richiede è molto alta, parliamo di circa 28 milioni di valorizzazione e 21 milioni e mezzo come base d’asta. E’ una cifra molto alta per il valore che ha quel centro adesso. Vediamo, se nessuno si presenta e ci saranno dei ribassi ci penseremo”.

“Sostenibilità? Si è giocato molto su questa parola. Non era intesa come un non volere spendere soldi quest’anno. Vuol dire che se l’obiettivo è la Serie A, per riuscire a raggiungerla e restarci per competere dovrai creare una struttura adeguata con l’idea di creare valore per il futuro, quindi spendere sul settore giovanile le infrastrutture nel modo giusto con un bilancio sostenibile che non richieda sempre immissioni di denaro da parte della proprietà. L’offerta per l’acquisto del logo? Abbiamo preparato una manifestazione d’interesse per il logo che presenteremo alla curatela, poi in base ai loro tempi e alle loro valutazioni cercheremo di farlo prima possibile. Mercato di gennaio? Si confronteranno il vice presidente ed il nuovo mister, deve capire anche lui se necessiterà di qualcuno oppure se è sufficiente il materiale attuale”.

Abbiamo assunto 4-5 persone che si occupano di affiliazioni, noi abbiamo più di 25 società in tutta la Sicilia affiliate che coinvolgono più di 2mila bambini. Serve per fare crescere il brand Catania in tutta la Sicilia, far crescere perché no nuovi tifosi e ampliare soprattutto il bacino d’utenza del settore giovanile che dovrà essere un asset fondamentale. Sicuramente ci allargheremo anche al territorio nazionale con altre società affiliate che ruotano attorno ai centri tecnici di riferimento del club. Abbiamo creato 7 squadre in ambito di settore giovanile, sviluppando nazionali e regionali in due categorie, portiamo avanti anche la squadra femminile. Gli investimenti sono tanti, sull’impegno del presidente Pelligra non c’è dubbio che rimanga lo stesso della passata stagione. Se si analizza la rosa di giocatori di prima squadra è facile rendersi conto che non si può spendere poco, basti pensare agli stipendi di chi è venuto a Catania. Il budget non è assolutamente risicato per la prima squadra”.

“Questione legata al 1946 o al 1929? Non vogliamo cancellare il ’46 che ha un significato particolare per tanti tifosi, ma in realtà il calcio a Catania è nato nel 1929, quindi perché legarci al ‘46 e dimenticare i venti anni precedenti di storia? C’è la volontà di essere eredi di tutto il movimento calcistico catanese. Forse addirittura anche prima del ‘29 nasce la storia del Catania, anche se non è così’ chiaro”.

La società è impostata in una certa maniera dal presidente Pelligra, che è il primo tifoso della squadra, ha delle origini siciliane, in parte catanesi. Lui è legato anche a livello emotivo a questo territorio. Non è una persona estranea che ha comprato squadra in una città che non conosce. Lui qui ha parenti, zii, cugini che vengono a trovarlo allo stadio, mette insieme una società strutturata in un certo modo vivendo la passione che ha lui dentro del tifoso. Quando fa il giro di campo, ringrazia le persone che vengono allo stadio per sostenere la squadra”

.“Io a Parma dalla D alla A in tre anni? Parma è stato un episodio unico, replicarlo è la speranza. Non c’è una ricetta per farlo. Se esistesse un modello unico tutti lo metterebbero in atto. Ci sono molte cose simili e diverse al tempo stesso. Ad esempio l’entusiasmo della Serie D mi fa ricordare che a Parma abbiamo superato quota 10mila abbonati, parliamo di una città più piccola di Catania. La voglia di vivere insieme a tutte le comunità ed associazioni anche momenti che non riguardano la partita di calcio si può ricreare tranquillamente a Catania. Io sto rivivendo un po’ quel che è successo a Parma, quando esonerammo l’allenatore e a Natale eravamo a 9 punti dalla seconda in classifica, poi salimmo in B. Chissà, magari è benaugurante”.

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