TABBIANI: “Stiamo costruendo la nostra identità. Dobbiamo avere l’ambizione di arrivare in alto diventando più forti come collettivo”

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foto Catania FC

Mister Luca Tabbiani alla vigilia di Catania-Latina fa il punto della situazione in casa rossazzurra, dicendosi soddisfatto dei progressi emersi ma anche consapevole che la sua squadra può ancora migliorare. Queste le parole del tecnico genovese in sala stampa:

Dall’infermeria non recuperiamo nessuno ma sono tutti vicini al recupero, li aspettiamo perchè sono giocatori importanti e più siamo, meglio è sia nelle scelte iniziali che durante la gara. Sono anche fermi da un po’, bisogna ricondizionarli ma adesso avremo più tempo per lavorare. Sugli esterni, venendo a mancare anche Bocic e De Luca, se necessario potremmo adattare qualcuno. Ad esempio Deli può ricoprire anche quel ruolo, in generale ho in rosa più giocatori che possono occupare molteplici ruoli”.

“Si gioca Catania-Latina dopo la partita fantasma del 2022? Oggi si gioca la stessa partita con una società molto solida e vogliosa di portare qualcosa di nuovo ed importante per questa grande piazza. Per noi è una gara come le altre, dobbiamo avere la forza di ragionare e capire che siamo gli stessi di Catania-Foggia e della trasferta di Caserta, con la forza di dimenticare quel che è stato fatto nella precedente partita, sia nel bene che nel male. Ragioniamo sulla nostra crescita, migliorando qualcosa che si sbaglia e mantenendo quello che di buono si fa. Avremo qualche passaggio a vuoto o situazione da migliorare durante la stagione ma cerchiamo sempre di limitare i problemi che si possono venire a creare attraverso la forza del collettivo. Abbiamo giocatori forti individualmente, stiamo crescendo come collettivo. Quando il collettivo e l’individuo crescono insieme può diventare qualcosa di bello”.  

“Il Latina? Loro hanno giocato sia con il 3-5-2 che con il 4-4-2. La superiorità numerica a centrocampo potrebbero averla ma non è detto, dipende da quanto riusciamo a fare abbassare i quinti, se dovessero giocare con il 3-5-2. Siamo pronti a tutte le possibilità e sappiamo quel che dovremo riuscire a fare. Penso che abbiamo le qualità individuali per portare a casa la partita, a patto che l’atteggiamento adottato in tutte le partite, ad eccezione di Monopoli, venga mantenuto. Vedere i calciatori correre tanto e aiutare il compagno è quello che permette poi alla squadra di vincere la partita, mettendo a posto determinate cose come stiamo facendo. Il Latina è squadra che sa essere sia aggressiva che aspettare un pò più bassa, noi dovremo essere bravi a capire i momenti della partita. E’ un Latina competitivo, organizzato, continuano il percorso con lo stesso allenatore e si conoscono. Stanno facendo un ottimo campionato in maniera molto meritata”.          

“Vincere porta autostima ma può – non è il caso nostro – anche portare eccessiva tranquillità. Dopo la sconfitta invece si ha lo svantaggio mentale di avere più paura ma al tempo stesso aumenti l’attenzione. Devo dire che i ragazzi sono stati fantastici a dimenticare la sconfitta ma non la prestazione contro il Foggia, giocando la gara successiva con la giusta tranquillità e personalità. Oggi dobbiamo dimenticare Casertana e Messina perché c’è ancora molto da lavorare e non possiamo pensare che col Latina possa essere una partita facile da vincere. Sono tutte partite complicate che devono essere affrontate come i ragazzi hanno fatto finora. Bisogna essere consapevoli che non è detto che le gare si sblocchino subito. La gara è lunga, anche attraverso le sostituzioni possiamo determinare un eventuale cambio di risultato. Con Crotone e Foggia abbiamo alzato troppi giocatori prendendo ripartenze che hanno dato fiducia agli avversari. E’ importante mantenere sempre la compattezza ed il modo di giocare dei primi 60 minuti. Dobbiamo rimanere equilibrati“.            

A me piace costruire il gioco ma ci sono vari momenti da leggere nel modo migliore per evitare il rischio di compromettere un risultato, vedi la Coppa Italia dove il Messina nel finale ha riaperto la gara e sarebbe stato un peccato rovinare tutto per quanto messo in pratica dai ragazzi. Cerchiamo di codificare determinati movimenti ma poi a scegliere la giocata è il calciatore. In questa squadra i ragazzi scelgono quasi sempre bene perchè c’è la base di una qualità tecnica importante, il che rappresenta un vantaggio per me. Se una squadra difende a 3, 4 o 5 uomini oppure attacca con due punte o una gli spazi da poter attaccare sono diversi, dunque abbiamo lavorato per cercare di muovere la palla in un determinato momento. L’allenatore ha importanza in certi aspetti ma avere una squadra di qualità aiuta noi allenatori ad essere più bravi”.   

La profondità te la danno gli avversari, perché più alti sono e più profondità noi abbiamo. Il Foggia ad esempio era molto basso, quindi bisognava avere maggiore pazienza avendo meno profondità. Con Picerno, Messina e Casertana invece si poteva attaccare meglio la profondità. Mi piace tenere le mezzali dentro perchè hanno più possibilità di recupero, inserimento e danno equilibrio. Quando si affronta una squadra bassa, però, naturalmente si cerca di allargare il gioco. Dobbiamo leggere queste situazioni ed i ragazzi lo fanno bene, capendo il momento della partita in cui attaccare determinati spazi. Più giochiamo insieme, più si i ragazzi si conoscono e riconoscono determinate cose. Aumentando questa conoscenza sarà sempre più facile riconoscere gli spazi da dover attaccare“.

Vedo un gruppo costantemente in crescita e le ultime gare vi fanno capire – non a me perchè dopo il
Foggia ero sereno anche se sembravo matto – che questa squadra possiede valori umani importanti perchè ha reagito in maniera importante. I ragazzi si aiutano dentro il campo e in allenamento, questo gruppo cresce veramente bene ed è bello allenarlo. Sarao? Ragazzo di un’umiltà e sacrificio incredibili, sono contento per il gol ma per me non è cambiato niente, nel senso che lo reputavo a prescindere importante per questa squadra dentro lo spogliatoio e soprattutto in campo, ognuno lo è con le proprie caratteristiche. Il gol gli ha dato fiducia, se lo meritava e sono molto felice per lui”.           

“Castellini e Bouah? Stanno facendo i terzini a destra, anche Devid adesso ha molta più gamba, giocatore dotato di una grande struttura. Andando incontro ad un periodo intenso di partite ci sarà ancora più bisogno di tutti e Bouah sta crescendo, così come Maffei ha giocato una grande gara contro il Messina. E’ giovane, diamogli tempo per crescere ulteriormente. Ha dimostrato di poterci dare una mano, parliamo di un 2004 ed ha giocato con grande personalità. Mattia ha la fortuna di avere vicino un giocatore come Mazzotta, la stessa fortuna è di tutti i nostri giovani che hanno dei compagni esperti che possono aiutarli nel loro percorso”.

Dobbiamo avere l’ambizione di arrivare in alto perchè ne abbiamo le possibilità, ma non arriveremo in alto perchè ci chiamiamo Catania o perchè qualche giocatore in organico ha già vinto il campionato. Dobbiamo diventare più forti insieme, collettivamente. Cosa mi ha sorpreso finora da quando sono qui a Catania? La sorpresa principale è stata vedere 10mila persone in un match di Coppa Italia, la piazza registra numeri che si fatica a vedere anche in Serie A. Ormai è quasi scontato che facciamo 17/18mila persone in campionato, sono numeri che ti danno grandissima responsabilità. Il boato del pubblico aiuta e la squadra avrà voglia di risentire quel boato. Mi ha sorpreso anche il rapporto creato con i ragazzi perchè non ho mai allenato una squadra con giocatori così forti, lo dico nel pieno rispetto delle precedenti squadre allenate che lottavano per obiettivi diversi. Al contrario di quello che qualche allenatore mi aveva detto, ho trovato ragazzi disponibili e umili nonostante le grandissime qualità, disposti al sacrificio. Ho fatto vedere alla squadra il video in cui Di Carmine sul 4-0 a Caserta ha fatto un rientro importante, Chirico idem facendo rientri a 2mila all’ora, Bocic anche in coppa, oppure Marsura. Quando gli attaccanti danno una mano in questo modo vuol dire che c’è grandissima unione d’intenti”.

“Io vivo un pò alla giornata, cerco di non vivere basandomi sull’entusiasmo, l’euforia, la depressione. Andiamo avanti, poi a fine anno vedremo quanto saremo soddisfatti. lo sono soddisfatto per quello che abbiamo fatto finora in campo, per la reazione incredibile avuta umanamente dopo il Foggia, per il fatto che in coppa abbiamo mantenuto la nostra identità. Ho la sensazione che ci stiamo costruendo l’identità che ricerchiamo passo dopo passo. Migliora, inoltre, la condizione fisica. Vedi Deli che ha mantenuto per quasi l’intera durata della partita di mercoledì ritmo e intensità, chiaramente giocando si acquista minutaggio. Avere cinque cambi a disposizione ci aiuta perché ho tante scelte a disposizione che possono determinare da un momento all’alto”.        

“Chi è il rigorista tra Chiricò e Di Carmine? Sono giocatori intelligenti, i gol li hanno sempre fatti e li faranno, saprebbero decidere gestendosi senza problemi. Il feeling tra me e la città? Io esco poco, spesso in casa guardo le partite ma da quel che ho visto Catania è una città bella, la gente molto calorosa, ti fanno sentire subito a proprio agio. Non ero mai stato in Sicilia a parte da giocatore, sono rimasto colpito dalla bellezza di Catania. I catanesi mi danno la sensazione di essere veramente innamorati della loro squadra, e quando uno è innamorato ha dei picchi di depressione o gioia alti, ma è bello che sia così. Dobbiamo accettare anche determinate critiche. Si vive un pò di pancia, a me piace. E mi piacciono le persone dirette che ti dicono in faccia le cose che non vanno e le stesse poi ti dicono che vanno bene. E’ bello convivere con tante emozioni e anche difficoltà”.

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