Il noto giornalista catanese di Sky Sport Peppe Di Stefano, ospite di Chancebet News, è intervenuto da Milano analizzando alcuni temi relativi al Catania. In particolare soffermandosi sulla nuova esperienza professionale di Francesco Lodi e la scelta del club di puntare su mister Luca Tabbiani. Queste le sue considerazioni:
“Se gli dite di tornare a giocare a calcio, lui ci pensa davvero. Scherzi a parte, l’abito gli sta perfettamente e Lodi farà una grande carriera da dirigente perché ha una intelligenza, rapidità mentale che secondo me lo porterà a risultati importanti anche su questo campo. Se studia, si applica e ci mette tanto del suo può farcela. Ciccio in due-tre giorni già viveva in sede tutti i giorni, frequentava tutti i campi di allenamento, punto di riferimento del settore giovanile e in qualche modo della prima squadra, comunque a braccetto con Carra e Grella. Dobbiamo essere felici che abbia smesso di giocare perché passava il treno della dirigenza ed è giusto che lui lo abbia preso, perché fa parte della nostra storia e questa storia deve andare avanti. Catania era nel destino di Lodi. E’ il manifesto della squadra della nostra città. E questa società ha puntato su Lodi per il suo senso d’appartenenza e la competenza, così come Biagianti, figure che dobbiamo tenerci carissime. Fanno parte del passato, del presente e del futuro del Catania”.
“Grella è uno che pretende. Dà a te allenatore, dirigente e giocatore la chance di stare in una società gloriosa ma pretende. Non che non ammetta l’errore, da quello che ho percepito lui ammette l’errore in buona fede ma vuole che il club cresca giorno dopo giorno. Senza accontentarsi, vuole portare tutti i blocchi societari a crescere. E Lodi in questo contesto ci sta benissimo”
“Se Tabbiani rischiava l’esonero in caso di risultato negativo a Caserta? Totalmente no. Ci sono state delle difficoltà, ma forse il Catania è la squadra che gioca meglio nel girone C di Serie C, poi purtroppo o per fortuna i risultati cambiano e macchiano la testa di tutti noi. Tabbiani è una scelta di Grella, avallata da Grella e dalla società. Per assurdo se Grella avesse preso un nome di primissima fascia in panchina lo avrebbe potuto mettere in crisi di fronte ad una mancanza di risultati, ma conoscendo il modo di ragionare di questa società che non si abbatte alle prime difficoltà, credo che non avrebbe mai pensato all’esonero di Tabbiani. E’ una scelta ponderata. Credo che noi abbiamo visto il 20% di quello che Tabbiani ha dentro. La società è convintissima di questa scelta”.
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