Il noto giornalista catanese di Sky Sport Peppe Di Stefano, ospite di Chancebet News, è intervenuto da Milano nel corso della trasmissione ‘Big Chance’. Queste le sue considerazioni:
“Qualche settimana fa ero collegato con Simone Pesce, il quale disse a Tabbiani di augurarsi di vincere non una partita 4-0 perché sarebbe servito a poco, ma di ottenere una vittoria ‘sporca’, soffrendo, perché forse quel successo sarebbe potuto essere il primo di tanti. Pochi giorni dopo il Catania vinse in maniera anche toppo semplice, talmente semplice che non sembrava neanche vero, a Caserta. Probabilmente serviva una partita come quella di domenica. Per me c’è un problema di natura fisica, il Catania non ha molta birra nelle gambe. Il primo tempo di Catania-Taranto è stato brutto e confusionario, poi in occasione del gol sono emerse qualità tattiche e tecniche costruendo un’azione che fai fatica a vedere anche in Serie B con 18 passaggi consecutivi, davvero un bel vedere. Spesso però i campionati di C si vincono con le giocate sporche, sportellate, battaglie. Si vincono con il fioretto ma anche con la spada. Il successo di domenica è un primo indizio. Adesso, qualora il Catania vincesse anche le prossime due partite, tre indizi farebbero una prova e la squadra sarebbe pronta per il decollo”.
“Ricordo un continuo di salite e discese in quel campionato di B vinto ai playoff nel 2002, il Catania trovò la strada giusta nel corso della stagione. Non è detto che per vincere il campionato serva ripetere l’esperienza dei rossazzurri di Ferraro o del Catanzaro dello scorso anno. A volte la continuità la trovi in corso d’opera, d’altronde hai rifatto totalmente la squadra. Adesso in un modo o nell’alto serve fare punti. Il Catania riparte dal secondo tempo di domenica, attraverso cui non è arrivato solo il gol ma anche una bella partita”.
“Da quel che mi risulta la scorsa settimana è stata caratterizzata da confronti, spiegazioni, chiarimenti. Una settimana di dialoghi costruttivi tra giocatori e allenatore, tra allenatore e dirigenti. C’è una dirigenza che vuole che si remi tutti dalla stessa parte. Ripeto, sono convinto che bisognerebbe mettere ancora più benzina nelle gambe. Perchè per esprimere un calcio così bello devi avere una condizione psicologica ma soprattutto atletica fantastica, ancora secondo me il Catania ce l’ha a tratti. Ritengo che bisognerebbe sfruttare ulteriormente la professionalità di Giovanni Petralia, un valore aggiunto. Lui ha questo ruolo di coordinatore, è fondamentale avvicinarlo ad uno staff preparato sì, ma che adesso affronta un’emergenza.
“Rizzo? Quest’estate quando Lodi lasciò il calcio, ci scrivevamo con Rizzo sui social e si capiva che sarebbe stato lui il nuovo capitano. Ho visto un’emozione clamorosa in questo ragazzo nel vestire la maglia del Catania e indossare quella fascia. Sapeva che c’erano stati grandi capitani nella storia del Catania ma sentiva l’emozione di avere i gradi di capitano con la responsabilità di governare un gruppo. Capì che era un ragazzo speciale. Oggi non è solo la tecnica e la tattica che servono al Catania, ma quel sangue, quella voglia, quegli occhi e la grinta che uno come Rizzo è in grado di dare, più degli altri”.
“La partita col Monterosi è fondamentale, propedeutica a quella con l’Avellino. Non mi aspetto stravolgimenti nella formazione, quando una squadra è stata costruita in pochi mesi metterla in campo con continuità ti dà amalgama, affiatamento tattico. Serve trovare un equilibrio e non cambiare troppo. Auspico l’utilizzo della difesa a quattro con giocatori come Chiricò e Rizzo in campo, bisogna ripartire dalle certezze. Lo stesso Di Carmine è un calciatore che più fa gol, più prende fiducia. La gara con l’Avellino mentalmente la prepari da sola, in quella di Teramo bisogna andare con umiltà e piglio giusto, a prescindere dalla qualità”.
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