Resettare tutto e ripartire, con nuove idee e soprattutto con la consapevolezza che bisogna avere più frecce al proprio arco per avere la meglio su qualsiasi avversario. Soltanto così il Catania potrà risollevare le proprie sorti e ripartire dopo un avvio di stagione a dir poco traumatico: in poche giornate, infatti, molte certezze attorno alla squadra e alla sua guida tecnica sono state spazzate via. I reparti non si muovono in maniera coordinata, non c’è una corsa alle armi (sportivamente parlando), e non c’è una squadra che giochi in maniera organica.
Passando all’analisi della partita con la Juve Stabia, sono tanti i fattori di spunto su cui lavorare. Innanzitutto c’è da riflettere sul “mordente” di tutto il gruppo. Il pacchetto difensivo, in troppe circostanze si sbilancia, portando troppo in alto gli esterni, favorendo le imbucate avversarie che poi, grazie anche ad alcune amnesie dei centrali, si traducono anche in gol pesantissimi incassati dai rossazzurri.
In mezzo al campo manca l’ispirazione: tutti hanno il compitino da svolgere, nessuno ci mette la “creatività”, l’ingegno nel proporre qualcosa che sorprenda l’avversario di turno. In cabina di regia, ormai è un concetto scritto più volte, manca qualcuno che sia davvero in grado di interpretare il ruolo con costanza e personalità. In attacco si acuisce quel senso di Chiricò-dipendenza a cui tutta la squadra si lega. Se manca la giocata dell’esterno, è difficile trovare lo spunto per andare al tiro, l’ultimo passaggio o la conclusione efficace da lontano.
Il Catania è di una prevedibilità estrema, aspetto che ci riconduce al concetto delle frecce all’arco da spendere nel momento del bisogno. Cambiare uomini e assetto, in queste circostanze, non è sufficiente: occorre in questo caso – naturalmente – sviluppare idee diverse.
Lucarelli qualche anno fa coniò il termine “camaleontico”, oggi lo sono un po’ tutte le squadre che militano nel girone e anche il Catania dovrà cimentarsi in quest’esperienza, per quanto lontana dalle idee societarie e dell’allenatore. Quello di Serie C è un campionato che si vince di astuzia e con semplicità: qualità ma applicata in concetti “banali” quali una buona difesa e un attacco veloce, filtrato da un centrocampo visionario.
I rossazzurri possono cambiare questa stagione ma passa dalla consapevolezza che si deve smontare un progetto per farne un altro che salvi la stagione il cui avvio è stato davvero molto al di sotto delle aspettative di tutti.
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