“Sofferenza. Vittoria. Crisi che per una domenica sembra più lontana. In 90′ di lotta, crisi e rinascita il Catania si concede tutto: pause, errori ma anche le accelerazioni che dal 9′ del secondo tempo cambiano il volto al match. Segna ancora Di Carmine, al quinto gol stagionale, e s’alza il coro di giubilo di uno stadio che ha sempre sostenuto”, riporta La Sicilia. “Il Taranto torna a casa tra fischi e striscioni che ricordano gli affronti nei confronti della Patrona, roba del 2002 che tutti ricordano”, riporta il quotidiano.
“Si apre un nuovo corso? Vedremo mercoledì sul campo del Monterosi, poi in casa contro l’Avellino domenica prossima”. In merito alla prestazione offerta dai rossazzurri, si legge che “alla fine, tra pause e gambe che tremano e seconda parte arrembante, il Catania è da rivedere. Incassa sì, i tre punti che fanno morale, forse faranno classifica più in avanti. Tabbiani salva il posto ma un successo non esalta e non illude visto che mercoledì si gioca e servono immediate conferme”.
Viene evidenziato il fatto che il Catania nel primo tempo spinge, creando però “solo due azioni pericolose” con Chiricò (su punizione) e Di Carmine. Il cambio di passo arriva “dopo quasi un’ora di ordinaria amministrazione e qualche folata” con l’ingresso in campo di Rizzo e l’aumento di “velocità , sovrapposizioni, palla in verticale” fino ad arrivare al gol di Di Carmine. Nel finale “il Taranto pressa, il Catania non arretra e non rinuncia alla lotta, quel che vorrebbe sempre vedere il pubblico rossazzurro”.
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