L’ex presidente del Catania Riccardo Gaucci ricorda l’impresa di oltre 20 anni fa a Taranto, soffermandosi anche sul Catania di oggi, in un’intervista concessa al quotidiano La Sicilia.
“Che squadra era quel Catania? Un gruppo di persone vere, di grande personalità. Un gruppo forte con un grande cuore come l’Etna. Non ho più vissuto un’esplosione di felicità del genere, neanche quando vinsi a Perugia e andai in A. A Taranto mentre attraversavo il campo fui aggredito da due tifosi locali ricevendo calci, la scorta evitò il peggio. Il clima era tutt’altro che disteso. La festa con i tifosi dall’aeroporto allo stadio durò fino a tarda notte. Ancora oggi nel raccontare tutto questo mi emoziono”.
“Domani si gioca un nuovo Catania-Taranto? Non determinerà il futuro dei rossazzurri ma si deve vincere assolutamente. Io, avendo vissuto la città, immagino la pressione che sta vivendo la dirigenza. Bisognerebbe avere serenità, continuando il sostegno verso squadra e tecnico. La Serie C è il campionato più difficile del mondo, più difficile della B e della A, diamo possibilità al club di assestarsi. Il tifoso vuole vincere sempre, ma diamo respiro a una società ambiziosa: è il primo anno di C per loro, non è detto che si prendano i giocatori più forti e costosi e si vinca automaticamente. Non è un calcolo matematico, si deve fare esperienza in giro per i campi”.
“Conosco i catanesi, ti danno l’anima ma se non dovesse capitare di vincere bisogna aspettare. Noi il primo anno abbiamo perso la finale a Messina e poi vincemmo nella stagione successiva. Dopo Messina la gente si rese conto del nostro impegno. L’anno successivo il tifo è rimasto vicino. Non conosco i dirigenti attuali ma si tratta di gente seria. Diamo tempo a Pelligra. Di cosa mi occupo oggi? Ho rifondato il calcio ad Assisi con un gruppo di amici ripartendo dalla Seconda Categoria. E’ un onore fare calcio qui. Inviteremo il Catania per un’amichevole”.
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