All’interno de La Sicilia si focalizza l’attenzione sul Catania parlando di “tempesta in corso”. La sconfitta e la prestazione scialba di Castellammare di Stabia hanno segnato “un momento chiave della stagione del Catania”, avviando profonde riflessioni “che devono interessare tutti: squadra, allenatore, staff tecnico e dirigenza”. In merito a Luca Tabbiani, si legge che “chi crede che la colpa sia soltanto del manager della prima squadra si sbaglia”.
Si fa riferimento alle difficoltà incontrate a seguito del profondo rinnovamento della rosa con un nuovo allenatore, sottolineando che quando si cambia tanto “serve pazienza”. Probabilmente, “se anche domenica contro il Taranto la squadra non fornirà una prova convincente e una vittoria, pagherà per tutti il tecnico ma nell’analisi approfondita della dirigenza deve essere inserito tutto”, riporta il quotidiano.
A cominciare dalle assenze già da parecchie settimane di giocatori fondamentali. Sul banco degli imputati ci finiscono alcuni calciatori: “Alzi la mano chi crede che Mazzotta stia facendo il suo. Del terzino che a Catania ricordavano come un treno ancora non si hanno notizie. Marsura arranca, sembra timido, spaventato, frenato. A destra Castellini e Bouah fanno fatica, in avanti Chiricò non può sempre segnare da 40 metri come ha fatto a Caserta e Di Carmine non può fare miracoli a maggior ragione se non è servito. In mezzo al campo il Catania non ha ancora trovato la quadra, le mezzali Zammarini e Rocca danno equilibrio ma non portano punti, Zanellato è appena arrivato”.
Queste le riflessioni principali riportate dal quotidiano che evidenzia come il motore della macchina rossazzurra fatichi a partire. A Tabbiani “forse gli si può rimproverare la poca rabbia agonistica che la squadra dimostra in gara, ma gli interpreti a sua disposizione stanno evidenziando limiti tecnici e caratteriale”, si legge. “Probabilmente dopo aver stravinto la D la dirigenza etnea credeva quantomeno di provare a costruire qualcosa di solido per programmare in un paio di anni una nuova promozione. Fin qui i risultati stanno dicendo altro. E non crediamo che la colpa sia solo di Tabbiani”, conclude il quotidiano.
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