Creare una precisa identità, un’anima propositiva e vincente sia in casa che in trasferta. Su queste basi poggia principalmente l’idea di gioco che il mister desidera proporre per il Catania. Ad oggi, quando i rossazzurri hanno giocato 6 gare di campionato e una di Coppa Italia, il percorso di crescita ha registrato a volte passi avanti, a volte passi indietro. Al netto di pali, traverse, occasioni da gol più o meno nitide create. Questione di equilibri non ancora raggiunti in un contesto tattico, il 4-3-3 di Tabbiani, che vede lo sviluppo di trame di gioco a sprazzi interessanti ma spesso prevedibili.
Si è parlato tanto di sfortuna in questo avvio di stagione, ma quando in casa hai incassato 4 reti realizzandone soltanto 3 su quattro partite di campionato (4) vincendone solo una e perdendone 2, è chiaro che qualcosa da correggere deve esserci. Crotone, Foggia e Latina hanno in comune la facilità con cui il Catania ha subito gol e la frenesia nel cercare a tutti i costi la via della rete. Quasi sempre la soluzione individuata è la solita: palla a Chiricò, poi ci pensa lui a creare presupposti utili là davanti, sperando che Di Carmine sia in giornata favorevole.
Nessun dubbio che entrambi siano gli elementi più rappresentativi nell’economia del gioco rossazzurro, ma vanno ricercate alternative tecnico-tattiche valide. Ieri, ad esempio, il centrocampo ha garantito poca qualità. Si è visto per la prima volta all’opera Zanellato nel finale, la speranza è che anche lui possa determinare cambiamenti significativi in mezzo al campo. Così come l’auspicio è che Deli raggiunga al più presto la condizione fisica ottimale, perché anch’egli possiede caratteristiche diverse rispetto agli altri centrocampisti in rosa.
Il Catania, poi, paradossalmente tra le mura amiche accentua le difficoltà. Mentre lontano dal “Massimino”, ad eccezione della partitaccia di Monopoli, è arrivata una convincente prestazione in quel di Caserta dominando in lungo e in largo, in casa gli spazi da aggredire sono più ridotti e, dunque, gli etnei faticano dannatamente a sfondare. Contro il Latina tanti, troppi passaggi lenti e con le stesse modalità ripetute, consentendo alla difesa ospite di piazzarsi bene, recuperare palla e rendersi pericolosa nelle ripartenze. Inoltre si cerca poco il due contro uno sulle fasce laterali.
Le avversarie solitamente badano prima di tutto a non prenderle a Catania sfruttando le ingenuità della squadra di Tabbiani, che gestisce un possesso palla il più delle volte sterile e fine a se stesso. In questo modo in due sono riuscite a sbancare il “Massimino”, anche il Latina ci stava riuscendo con una disposizione difensiva ancora più robusta e marcata. Serve altro per scardinare le difese avversarie e ritrovare l’effetto Massimino, non disperdendo l’entusiasmo di almeno 16/17mila tifosi innamorati del Catania che creano valore aggiunto.
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