Era il mese di luglio 2021 quando Tommaso Silvestri lasciò Catania dopo tre anni vissuti alle pendici dell’Etna. Non fu un momento facile per il difensore veneziano che, proprio negli ultimi giorni, ha fatto ritorno in rossazzurro salutando Modena. Riportiamo le dichiarazioni rilasciate allora da Silvestri:
“Sono stati giorni molto difficili per me e per tutti. Dopo questi tre anni si era creato e c’è ancora qualcosa di speciale con città, tifosi e società. Non è una decisione dettata da motivi economici, avevo appena rinnovato il contratto col Catania e non c’erano disaccordi. Si tratta di una decisione mia, mi avvicino a casa in un periodo non felice per me sul piano famigliare. E’ un grande dispiacere andarmene, terrò con me ricordi di lotta, vittorie, sofferenza. Sono cresciuto e Catania è stata l’esperienza più importante per blasone e rapporto con i tifosi. Spero la gente capisca e spero che il Catania vada avanti nel suo cammino di risalita. I calciatori passano, la MAGLIA resta.. Ed io ho provato ad onorarla fino alla fine con orgoglio”.
In seguito Silvestri ebbe modo di soffermarsi alla stampa modenese sulle vicissitudini societarie del Calcio Catania, poi fallito:
“Essere capitano di una squadra dal passato recente così importante ti riempie di responsabilità sia dentro che fuori. Ovunque tu vada rappresenti una città e tifoseria, io ho sempre curato ogni singolo dettaglio e se sono ben ricordato vuol dire che ho dato tutto. Catania ha pagato una gestione societaria sbagliata. A Catania è mancata una proprietà come quella del Modena che non ha mai fatto il passo più lungo della gamba, volando basso ed in silenzio, facendo parlare il campo e lavorando sempre con umiltà. A Catania non c’era gente all’altezza della piazza, probabilmente. Alla fine però rimane sempre la vittima, cioè il tifoso. Serve programmazione, gente che di calcio ne capisca”.
L’auspicio è che con il Catania Football Club si possa aprire un nuovo ciclo vincente. Se Silvestri è tornato in Sicilia, sicuramente c’è un motivo affettivo da un lato, dall’altro la consapevolezza che al timone della società rossazzurra ci sia oggi una proprietà con intenzioni serie e idee molto chiare.
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