Impossibile dimenticare ‘il Catania degli argentini’. Sulle orme dei predecessori più illustri, Marco Curado ha abbracciato l’esperienza di Catania con entusiasmo. Il difensore argentino ha concesso un’intervista al quotidiano La Sicilia:
“Ricordo il Catania degli argentini, ero ragazzino. In Argentina se ne parlava e tutti i bambini a cui piaceva il calcio guardavano il Catania dei nostri connazionali che fra l’altro schierava atleti di grande livello. Ho un bel rapporto con Spolli, abbiamo giocato insieme a Crotone e ci sentiamo spesso. Ho giocato anche con Maxi Lopez per un breve periodo sempre in Calabria. Gomez? Barrientos? Hanno fatto bene ovunque, se gioco a calcio lo devo anche a loro perchè li studiavo, tentando di rubargli il mestiere”.
Poi l’esordio all’Arsenal Sarandì dopo essere andato via da casa a 12 anni, il passaggio in Italia con l’adattamento a Crotone non immediato ed il privilegio di lavorare con il tecnico Giovanni Stroppa che lo ha fatto crescere tanto. Successivamente l’avvio non semplice a Frosinone, città che resta nel cuore di Curado per avere dato i natali al proprio figlio, infine la tappa al Perugia, altra importante esperienza formativa. Oggi il Catania.
“Appena sono arrivato ho trovato un gruppo umanamente valido, umile, dedito al lavoro ed è un grande punto d’arrivo – le parole del difensore -. Sono felice di far parte del Catania al di là delle gare che giocherò. Avevamo già preparato la gara col Brindisi, anche sul piano mentale. Pensiamo alla prossima, è l’unica cosa da fare. I tifosi? Per noi è sempre un piacere giocare in un ambiente così caldo. Non avevo mai giocato a Catania ed è stato un esordio intenso, coinvolgente. Sappiamo che è importante avere concorrenza tra noi, ci fa alzare il livello del lavoro e la giusta tensione agonistica. Al di là di chi gioca, l’importante è tenere alto il numero di giri del motore”.
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