ESCLUSIVA – Di Julio: “Catania, serve carattere e fare gruppo. Fondamentale il ruolo di Tabbiani”

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Dino Di Julio, grande protagonista in rossazzurro assaporando tutto l’amore del tifo etneo negli anni ’90, fino a festeggiare un’indimenticabile promozione in C1. E’ intervenuto ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com per analizzare il percorso dell’Elefante con la nuova proprietà e questo avvio di stagione della squadra di mister Tabbiani.

Dino, dopo una stagione trionfale il Catania riparte dalla C con qualche risultato negativo in avvio di campionato. Come valuti questo momento?
“La scorsa stagione la qualità della rosa e l’entusiasmo del pubblico hanno fatto sì che il Catania distruggesse il campionato di Serie D. Adesso il Catania ha avviato la stagione con qualche risultato negativo. Purtroppo la realtà è quella del campo, parla sempre il campo. E’ cambiato lo staff tecnico, la squadra è mutata profondamente dopo un’annata nella quale si era creata anche una simbiosi importante con i tifosi. Modificando tanto la struttura della squadra, apportando diverse migliorie adeguate alla nuova categoria, non è semplice ottenere subito risultati, poi la Serie C è sempre un campionato difficile. Soprattutto il girone C è equilibrato. L’entusiasmo che si respira a Catania può essere un valore aggiunto lungo il percorso, perché nessuno ha questo vantaggio in Serie C. L’allenatore necessita ancora di un pò di tempo, poi chiaramente sono i risultati che fanno la differenza nell’ottica di raggiungere l’obiettivo stagionale. Ci vuole tempo per amalgamare la squadra e migliorare la conoscenza dei giocatori, che devono trovare al più presto il giusto equilibrio. Serve pazienza”.

Pazienza è una parola non semplice per i tifosi catanesi, che dopo tanti anni bui vorrebbero risalire molto presto. Quali impressioni hai ricavato da questa società?
“Variabili ce ne sono tante e, come dicevo prima, il campo è l’unico giudice. Si riparte però da una società che mi sembra molto stabile, attenta alla programmazione. Sono sicuro che faranno tutto il possibile per raggiungere gli obiettivi prefissati. Ritengo che sia entrata gente con la testa sulle spalle in società, di alto spessore, ci sono i tasselli giusti al proprio posto. Penso ci sia dietro un progetto importantissimo e mi auguro che nel minore tempo possibile riportino il Catania dove merita di stare. Vedo valori umani e competenza nell’attuale società del Catania”.

Quanto è importante in questa fase il ruolo dell’allenatore?
“Fondamentale. Il tecnico in questo momento deve trovare il modo per far scattare ai giocatori quella mentalità che ogni tifoso vuole vedere in campo. Attaccamento, voglia di lottare fino a quando l’arbitro non fischia la fine. I risultati poi condizionano tanto. L’allenatore deve essere bravo a capire l’ambiente Catania e far comprendere ai calciatori in che piazza si trovino, coniugando prestazioni e vittorie, che poi sono quelle che portano entusiasmo. Io ho visto la partita persa in casa contro il Foggia ed il pallino del gioco ce l’aveva sempre il Catania, ma nel calcio ha ragione chi fa gol. Perdendo in casa qualche fischio te lo devi aspettare, bisogna mettere qualcosa in più sul campo. Il mister adesso qualche fantasma dietro ce l’ha, deve avere le spalle larghe”.

A cosa ti riferisci quando sostieni l’importanza di mettere qualcosa in più?
“La differenza la deve fare la personalità dei giocatori, non soltanto la qualità. Per uscire da questo momento particolare bisogna fare gruppo e mantenere la giusta serenità. E’ arrivato il momento di prendere il controllo della situazione lottando in tutti i modi e cambiando marcia. La qualità tecnica è importante ed è ben presente nel Catania, ma bisogna andare anche con carattere ed il mister è chiamato a trovare il bandolo della matassa. Carattere, ripeto, questo è fondamentale perché chiunque affronti il Catania gioca con il coltello tra i denti. Scendendo in campo con l’intento di fare bottino pieno ma compatti, abbinando qualità e cattiveria agonistica con 25 cani arrabbiati che mordano per arrivare all’obiettivo. A cominciare dalla trasferta di Caserta, dove la gara sarà equilibrata secondo me sotto il profilo tecnico e caratteriale. Vincere, poi, aiuta a vincere e lo spogliatoio vincendo guadagna autostima, fiducia. I tifosi devono continuare ad incitare i ragazzi ed i giocatori devono sapere che continueranno a ricevere il sostegno e l’affetto della gente, che però vuole vedere anche i risultati, com’è giusto che sia”.

Quale consiglio daresti ai tanti giocatori nuovi che ancora stanno imparando a conoscere la piazza di Catania?
“Io ho avuto la fortuna di vestire la maglia rossazzurra. Il tifoso catanese lo soddisfi fornendo una prestazione massimale in campo, ma soprattutto facendo prima possibile gruppo. E’ arrivato il momento di guardarsi negli occhi e andare in campo cercando una prestazione di altissimo livello sul piano tecnico e caratteriale per conseguire il risultato pieno. Il Catania crea tante situazioni di gioco ma servirebbe maggiore cattiveria in fase conclusiva sfruttando anche gli inserimenti dei centrocampisti, più voglia di dimostrare di essere il Catania e di avere una certa identità e mentalità. Non significa limitarsi ad avere sempre il pallino in mano ma anche andare a finalizzare, perché poi bastano un paio di disattenzioni e prendi gol. Lo scorso anno il Catania vinceva con una cattiveria agonistica impressionante, pur non giocando benissimo. C’era un leader come Lodi che era anche un allenatore in campo, sapeva quando fosse il momento di velocizzare l’azione e di alzare il ritmi. Ecco, il Catania deve anche sapere leggere i momenti della partita”.

Dino, domanda conclusiva sul tuo presente. Di cosa ti occupi?
“Mi piace lavorare con i giovani. Ho allenato squadre di Promozione vincendo anche dei campionati, a giugno dovevo rientrare nel settore giovanile della Lazio, ho fatto il colloquio e mi auguro di ricevere una risposta al più presto. Avevo già allenato le giovanili della Lazio, mi piacerebbe tornare. Anche se non nego che non dispiacerebbe curare il settore giovanile a Catania, se arrivasse una chiamata prenderei subito il primo aereo disponibile. A prescindere da questo, sono tanti anni che non scendo a Catania. Faccio parte di un gruppo WhatsApp formato dalla squadra con cui vincemmo il campionato di Serie C. Ogni mattina ci salutiamo, ci prendiamo in giro. Siamo rimasti legatissimi e parliamo spesso della possibilità di scendere giù a Catania. Spero che questo accada molto presto. Ne approfitto per dire ‘Forza Catania’ e augurare tutto il bene possibile ad una piazza che mi è rimasta nel cuore”.

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