LODI: “Riparto da un mondo nuovo, non ho paura delle responsabilità. Catania, squadra ottima e società molto forte”    

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foto Catania FC

Presente in conferenza stampa al fianco del vice presidente Vincenzo Grella, Francesco Lodi parla del ritorno al Catania nelle vesti di dirigente con alcune considerazioni sui nuovi acquisti rossazzurri e la prima squadra. Ecco quanto evidenziato:

“Grazie per l’accoglienza, sono molto contento. Come ho scritto nella lettera mi devo ancora abituare ma ogni giorno che passa questo nuovo ruolo lo percepisco sempre di più. Insieme alla mia famiglia dopo una lunga riflessione abbiamo deciso che, una volta riportato il Catania nel calcio che conta, era giunto il momento di provare un’altra esperienza. La voglia di giocare ancora all’inizio c’era, poi pensandoci bene era giusto chiuderla qui con indosso la maglia del Catania iniziando un percorso nuovo. Dopo una partita di padel e due palleggi ho detto basta, mi concentro a fare altro perché penso di avere dato tutto nella mia carriera calcistica senza alcun rimpianto, avviando un percorso che, me lo auguro, possa regalarmi soddisfazioni. Giacca e camicia? Ogni giorno provo ad indossare una maglia ‘normale’, ma bisogna rappresentare il Catania nei modi giusti. Ringrazio la società per avermi dato questa opportunità, metterò a disposizione tutte le mie conoscenze e disponibilità”.

“Parto dalle basi perchè vengo accompagnato da persone importanti come Teodoro Coppola e Orazio Russo, al loro fianco cercherò di mettermi a disposizione, facendo capire che Catania ha un grande marchio e tutti i ragazzi siciliani devono restare in Sicilia perché adesso il Catania non ha più bisogno di andare a prendere giocatori da altre regioni ma farli crescere nel territorio, con grande responsabilità, mettendo la società tutto il necessario a disposizione con principi e rispetto alla base di tutto. Io sono nato a Napoli ma non ho concretizzato il sogno di giocare per la squadra della mia città e mi trasferì altrove. Ecco, io voglio trasmettere a tanti catanesi bravi e validi l’importanza di sentirsi orgogliosi di giocare nel Catania. Catania deve essere una tappa non di passaggio ma dove tu puoi porre le basi per una grande carriera. Cercheremo di mettere più giocatori possibili nella prima squadra del Catania, sarà un percorso lungo ma gratificante”.

“Momenti belli ne ho vissuti tanti in rossazzurro. Qualsiasi persona mi ricorda la doppietta al Lecce, penso anche al gol segnato contro il Palermo, alla Juve, perché andare a segno nei minuti finali contro il portiere più forte al mondo è una gioia immensa. Ricordo anche Ragusa perché fu la ripartenza del Catania e la rete siglata contro la Cittanovese nel finale di gara. Sono i ricordi più belli. Adesso per me è come da calciatore quando partì dai Pulcini, poi sono andato avanti per step crescendo velocemente. Questo è un mondo nuovo ma tutte le componenti societarie mi saranno di grande aiuto. Le responsabilità non mi spaventano, c’erano da giocatore, ci saranno anche adesso. Bisogna avere un po’ il peletto sul cuore, mi abituerò. Avrò sempre il massimo rispetto dei ruoli”.

“La squadra di Tabbiani? L’ho vista la scorsa settimana e mi sembra ottima, non sono parole di facciata le mie ma sono arrivati giocatori importanti che hanno capito di sposare il progetto con una società molto forte, sono tutti calciatori validi che possono dare un grande contributo alla causa, anche con l’aiuto di chi già c’era lo scorso anno. Con un grande gruppo si ottengono i risultati. A chi la fascia di capitano adesso? Ho sempre ribadito l’importanza di avere tanti capitani all’interno di una squadra. Nel Catania ci sono tanti capitani che possono indossare la fascia. Rapisarda è stato capitano della Sambenedettese, ho giocato con lui a Trieste. Anche Rizzo può indossarla, come già accaduto lo scorso anno. E’ messinese ma tiene tanto alla causa del Catania. Con tanti capitani risolvi dei problemi. Sceglierà l’allenatore insieme alla società. Chi vestirà la numero 10? Conta arrivare per primo al campo d’allenamento ed essere l’ultimo a lasciarlo, conta essere leader e dimostrarlo a prescindere dal numero di maglia”.

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