C’era anche il prof. Gaetano Toto nello staff tecnico del Catania che ha dominato lo scorso campionato di Serie D, girone I. Il preparatore atletico, che era stato appositamente scelto dal mister Giovanni Ferraro, ha concesso un’intervista a notiziariocalcio.com soffermandosi anche sull’avventura vissuta sotto l’Etna:
“Un’avventura fantastica, destinata a restarmi dentro per sempre. Ci è stato chiesto di vincere il campionato e lo abbiamo archiviato virtualmente a gennaio, arrivando alla fine a staccare la seconda di 31 punti. L’obiettivo è stato raggiunto e abbiamo restituito alla città quello che le era dovuto. Tutto molto bello. Da parte dei ragazzi, nonostante il loro curriculum, c’è sempre stata grande disponibilità e questo è un aspetto che abbiamo notato subito. Si tratta di atleti intelligenti e professionali. Io ritengo che quando si lavora con calciatori abituati a certe categorie e a certi palcoscenici, siano più visibili una chiara apertura mentale e una spiccata professionalità. Noi avevamo un solo obiettivo: la vittoria. Con queste linee guida, non potevamo non andare tutti nella stessa direzione”.
“La società ci ha sempre manifestato grande fiducia, in ogni momento della stagione. L’abbiamo sentita costantemente vicina. Ma di un rinnovo non si è mai discusso. Ovvio che la speranza di lavorare ancora in una piazza del genere, e per giunta in Lega Pro, ci fosse. Ma la cosa fondamentale per noi è stata quella di aver raggiunto questo traguardo tanto ambito dal club e dalla città. Sul resto, accettiamo ogni scelta”.
“Siamo stati eliminati in Coppa dalla Sancataldese ed è logico che questo risultato abbia creato qualche malumore iniziale. Ma da quel momento, fino allo scivolone col S. Maria, non abbiamo avuto più problemi e siamo andati a gonfie vele. Soltanto nella fase tra la gara col Santa Maria e il primo tempo col Trapani, quando eravamo sotto prima di ribaltarla, abbiamo incontrato qualche difficoltà”.
“Ferraro? Sa far stare bene i suoi calciatori perché è capace di motivarli e di toccarne sempre le corde giuste. E poi è un uomo che predilige un lavoro di campo tradizionale, fatto magari di allenamenti intensi ma finalizzati ad una crescita tattica ed individuale, non solo atletica. Se c’è bisogno di lavorare, lui può stare in campo anche per tantissimo tempo. Col mister c’è sempre stata un’intesa perfetta anche per quanto riguarda le metodologie relative alla preparazione atletica. In sostanza, come staff, cerchiamo di portare i calciatori ad una determinata condizione, per poi mantenerla stabile nel corso di una stagione. Poi i momenti di calo sono fisiologici per tutti”.
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