Conferenza stampa di presentazione dell’allenatore del Catania Luca Tabbiani. Senso del lavoro e di responsabilità nelle parole del tecnico genovese, che si appresta ad iniziare la stagione rossazzurra 2023/24. Queste le parole di Tabbiani evidenziate:
“Prima di tutto è doveroso ringraziare la società per le parole espresse nei miei confronti e per avermi dato l’opportunità di allenare in questa grande società con un grande passato, in una delle città più importanti d’Italia. So benissimo che è una grandissima responsabilità per me allenare il Catania, responsabilità che mi porta grande ambizione e stimolo. Io ed il mio staff cercheremo di ottenere il massimo e dimostrare di valere questa città, con la consapevolezza che è una fortuna essere qui. Sarà compito nostro dare alla squadra l’opportunità di acquisire una precisa identità e crescere il più velocemente possibile sul piano tecnico. Con la società abbiamo parlato spesso di valori, poiché i valori da trasmettere sono un aspetto importante per ottenere grandi risultati. Questo club pensa molto al futuro ed alla programmazione, cosa che non accade così spesso in Italia.
“Ho sempre sperato che il Catania potesse scegliere me. Tanti grandi nomi di allenatori sono stati accostati al Catania, se la società mi ha scelto è un ulteriore motivo d’orgoglio. Al primo incontro avuto con la dirigenza, nel momento in cui mi sono stati illustrati i progetti e la mentalità e identità da ricercare nel modo di giocare a calcio, è stato come trovare la ragazza perfetta in un appuntamento al buio. Sono sicuro che la dirigenza mi metterà a disposizione una squadra competitiva. Il direttore Laneri conosce i giocatori che servono, sono in una botte di ferro. Ovviamente c’è un gruppo da amalgamare ma saremo competitivi per disputare un buon campionato, poi vedremo cosa succederà a maggio. Oggi creiamo micro-obiettivi e poniamo le basi per trasmettere i valori richiesti alla squadra, valori che i ragazzi riusciranno ad attuare sul campo attraverso il lavoro. Se lavoreremo bene dovrà testimoniarlo la fine del campionato”.
“Scetticismo della piazza? Chiaro che magari ci sono allenatori che possono avere un nome più importante del mio, sta a me dimostrare di essere all’altezza. Alla fine dell’anno il mio obiettivo è che la gente possa dire che Tabbiani è una persona a modo, un buon professionista e spero anche un buon allenatore. Oggi lo scetticismo è comprensibile, anch’io sono tifoso di una squadra di calcio e quindi da tifoso se qualcosa non va bene uno può anche storcere il naso. Penso che sia giusto giudicare il lavoro da affrontare e poi trarre le conclusioni in maniera equilibrata”.
“Ho parlato con Rolando Maran, che ha già allenato a Catania. Mi ha detto che avrei imparato a trovare la mia strada, la mia identità. Ha ragione perché ognuno di noi si crea un’idea di gioco, magari prendendo esempio da qualcuno, studiando e andando a vedere allenatori che più o meno propongono cose simili alle tue. Non voglio essere presuntuoso ma io ho il mio modo di giocare cercando di rubare tante cose ad allenatori che si avvicinano al mio pensiero”.
“Quali portieri per il Catania? Ne parliamo con il direttore Laneri. Oggi è molto importante che il portiere sappia giocare bene con i piedi se si vuole costruire l’azione dal basso. Deve anche parare naturalmente, ma l’idea principale è che sappia stare alto per permettere alla linea difensiva di avere più coraggio perché ci dà la possibilità di coprire la profondità, cerchiamo portieri con queste caratteristiche. Bethers, ad esempio, sa lavorare bene con i piedi. Oggi il portiere tocca con molta frequenza il pallone con i piedi”.
“Ricerchiamo la mentalità di voler dominare le gare, non significa creare 200 occasioni da gol o segnare 4 reti a partita ma avere la palla nei piedi e trovare soluzioni avendo la voglia di andare a prendere palla agli avversari il più presto possibile gestendo noi il possesso e avendo la pazienza di capire se andare a prendere alti gli avversari o meno. Dominare le partite significa avere la voglia di determinare la partita sia in fase di possesso che di non possesso cercando di indurre all’errore l’avversario e creare l’occasione nel miglior modo possibile. A me piacciono esterni che puntano l’uomo, che vogliano far male, mettere in difficoltà il diretto avversario, giocatori bravi nell’uno contro uno, un centravanti che leghi la squadra e attacchi la profondità. Laneri sa cosa ci serve, troverà i giocatori giusti per sviluppare il nostro gioco”.
“Giovinco e De Luca? Tutti possono fare determinare cose in un campo di calcio, lavorando per vedere se c’è la possibilità di incastrare determinate cose e adattarsi a certe situazioni che vengono richieste. Nel corso del ritiro lavoreremo per capire il modo di poter utilizzare determinati componenti della rosa. La squadra si muoverà nel collettivo, più aggressività daremo in avanti e meno correremo dietro. Dovrò essere bravo a farlo capire ai ragazzi, loro altrettanto a mettere in pratica le richieste. Ci aspetta un bel lavoro da fare, l’alchimia si troverà anche volendo imparare qualcosa di diverso. A partire da me stesso, l’importante è migliorare tutti insieme per cercare di proporre il calcio che intendiamo sviluppare. Elementi come Rizzo e Rapisarda in squadra saranno importanti nel trasmettere determinati aspetti”.
“Giusto allestire una rosa di giocatori esperti che ci daranno una mano nei tanti momenti di difficoltà, ma anche costruire dei calciatori, farli crescere. La mia più grande vittoria sarà far sentire migliorato qualche ragazzo a fine stagione. Dobbiamo trovare il mezzo adatto per arrivare alla vittoria, facendo in modo che tutti siano indispensabili nella squadra, abbiamo bisogno di tanti giocatori che rimangano vivi, non promossi e boccati la domenica. I giovani hanno maggiori prospettive davanti e più margini di miglioramento anche se negli anni anche calciatori di una certa età possono migliorare. Tutti dobbiamo avere la voglia di essere curiosi, di ascoltare, imparare e capire che si può apprendere sul campo da me e spesso dai compagni. Io quando ero calciatore ho imparato tanto da alcuni compagni ed allenatori. Il calcio di oggi richiede molta corsa, intensità e qualità aerobica. Per creare un certo tipo di calcio servono determinate caratteristiche. I giocatori vanno contestualizzati, non esiste uno più bravo. Rendono bene se sono contestualizzati alle richieste dentro il campo”.
“Le mie passioni? Ho iniziato a prendere qualche chilo purtroppo, ma devo dire che la cucina siciliana è quella che apprezzo di più. Sono andato a mangiare ieri sera ed è stato un po’ pesante perché non riesco a gestirmi, devo capire quante volte andare a mangiare fuori (sorride, ndr). Qui c’è una cucina particolare, il pesce che ho mangiato in questi giorni me lo ricorderò quando andrà via perché non si trova da molte parti al nord. Ascolto poca musica, vivendo praticamente in un frullatore il tempo libero è poco. Mi piace vedere gli altri allenatori cosa fanno e dicono, seguire le conferenze stampa e chi ha un’ottima comunicazione. Penso che questo sia un aspetto importante nel mio lavoro, nell’ottica di trasmettere le idee ai ragazzi. Mi piace leggere, parlare e seguire altri sport per eventualmente prendere esempi da portare ai ragazzi”.
“Ad oggi siamo 18 giocatori, 20 inclusi i portieri. Aggregheremo anche dei ragazzi. In questo momento c’è abbondanza soprattutto a centrocampo, reparto molto importante e reputo forte per gli elementi che abbiamo a disposizione. Qualcuno deve ancora arrivare, stiamo andando a ricercare i giocatori funzionali al nostro progetto, non c’è fretta. Sono molto tranquillo, contento del materiale che ho a disposizione e sarò molto contento di quello che avrò successivamente. Battaiola al fianco di Bethers? Non voglio litigare con il direttore, preferisco non rispondere (ride, ndr). Parlando di mercato gli mancherei di rispetto. In questo momento abbiamo in organico Bethers che ha grande prospettiva. Catania è una piazza esigente ed il portiere è un ruolo molto particolare. Il ragazzo viene da una bella esperienza ed è di nostra proprietà, se la società fa un investimento è perchè crede nel futuro del giocatore. Vedremo chi arriverà e chi giocherà durante il percorso”.
“Settore giovanile? Mi piacerà interagire con mister Zeoli, ci incontreremo perché quando si collabora insieme si lavora bene. Qualche giovane si allenerà in prima squadra ma sarebbe ancor più soddisfacente vederlo esordire. Ci vuole un po’ di tempo, l’importante è che i ragazzi capiscano che potrebbe essere per loro una grande conquista la possibilità di giocare nel Catania, soprattutto per un ragazzo di Catania, la società vuole realizzare questo desiderio. Zafferana Etnea? Abbiamo scelto di rimanere vicino Catania per dare la possibilità alla gente di vivere la squadra e per consentire ai nuovi acquisti di venire più facilmente. Amichevoli? Le stiamo programmando, chiaramente sarà difficile organizzarne con squadre di pari livello dal punto di vista logistico”.
“I campionati sono tutti difficili, in 4-5 squadre partiranno per vincere il girone C, ognuno dirà di volere raggiungere l’obiettivo. Io credo che la differenza la faccia come ti prepari, conta quello che faremo nel quotidiano creando un grande gruppo e grandi rapporti tra i ragazzi e noi stello staff. Chi riuscirà a superare il momento di difficoltà nel modo migliore e più velocemente possibile potrà avere benefici in futuro. A Catania c’è solo un obiettivo in Serie C, non ho la paura di doverlo dire. Se non lavoriamo bene vendiamo fumo. Cerchiamo, allora, di lavorare bene nel quotidiano dimostrando di poter essere in grado di arrivare ad un grande risultato tramite un gruppo dalla forte identità a livello umano e tecnico, con le individualità al servizio del collettivo. Credo molto nel lavoro settimanale, lavorando bene in settimana so di potere affrontare la partita in maniera serena. E credo tantissimo nei valori, vorrei creare in fretta un bell’ambiente di lavoro ed un bel team. Io devo conquistare la fiducia di tutti e dobbiamo dimostrare di essere forti con le prestazioni. Spero che la squadra si diverta in campo”.
“Stefano Agresti nello staff tecnico? Persona di grandissima esperienza. Sono dell’opinione che più persone lavorano con me, più abbiamo la possibilità di dare una mano ai ragazzi. Più occhi per controllare determinate cose che magari possono sfuggirmi durante la partita, meglio è. Stefano porterà anche tante novità, come del resto gli altri componenti nello staff tecnico e Giovanni Petralia. Tutti insieme cercheremo di dare un contributo per ottenere il miglior risultato possibile per il Catania”.
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