Giornata di compleanni per tre ex Catania: Vito D’Amato, Christian La Grotteria e Andrea Camplone. D’Amato vestì la maglia rossazzurra per tre stagioni tra il 1971 ed il 1974 totalizzando 55 presenze ma con sole 5 reti in attivo. Compie 79 anni. Nato a Gallipoli, l’ex attaccante ha vissuto a Roma le sue annate migliori, non riuscendo in seguito a mantenere le promesse dei sui esordi romani. Cresce calcisticamente nella Lazio, facendo tutta la trafila del settore giovanile biancoceleste. Trascorsi anche tra le fila di Inter, Roma, Cesena e Verona per lui prima del trasferimento a Catania, non riuscendo ad esplodere. Uno dei momenti di massima gloria di Vito D’Amato è legato all’incontro del 10 ottobre 1965, quando con un suo gol la Lazio supera per 1-0 i cugini della Roma.
L’argentino La Grotteria, invece, viene ricordato a Palermo come un grande ex attaccante rosanero ma lavorò anche nello staff tecnico del Catania, per un breve periodo, nel 2017 sotto la gestione di Mario Petrone in Serie C. “Io a Catania da ex rosanero? Eh, lì in tanti mi hanno fatto qualche battuta… Il lavoro però è lavoro e i sentimenti sono un’altra cosa. Tutti sanno cosa io provi per il Palermo e questo affetto me lo hanno fatto sentire anche quando sono andato a Catania”, disse tempo fa La Grotteria (che compie 49 anni) in un’intervista concessa al Giornale di Sicilia.
Camplone, invece, festeggia 57 anni. Guidò i rossazzurri nel 2019, l’esperienza catanese durò appena 12 partite. Catania sempre vittorioso tra le mura amiche ma in grande difficoltà fuori casa riportando solo sconfitte, ad eccezione del 6-3 inflitto all’Avellino. Il pesante 5-0 subito a Vibo Valentia determinò l’esonero di Camplone. Oggi è senza panchina. “Ho tanta voglia di allenare. Per essere sincero, faccio fatica a capire come i Direttori Sportivi scelgano gli allenatori. Non so mai se per merito o per altri motivi. Vedo cose che non comprendo. Ogni anno allenano persone che non danno nulla. Molti mi dipingono come un ingestibile, invece mi ritengo gestibilissimo”, alcune delle parole pronunciate di recente da Camplone alla stampa abruzzese.
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