Il giornalista Alessandro Vagliasindi, ai microfoni di Telecolor, ha espresso alcune considerazioni sulla scelta del Catania di affidare la panchina a Luca Tabbiani. Queste le parole evidenziate:
“Tabbiani è un tecnico giovane. Il fatto che il Fiorenzuola abbia registrato una percentuale decisamente bassa di pareggi nell’ultimo campionato di Serie C, 8 su 38 partite, può essere l’indicazione della ricerca del comando del gioco per le sue squadre, ma che fatalmente può esporle alle ripartenze. Un calcio, dunque, molto offensivo ma anche rischioso. Probabilmente le aspettative della piazza erano verso un nome incontestabile, affermato, con un curriculum più ricco, un allenatore che avesse già vinto – e possibilmente più volte – il torneo di Serie C. La dirigenza magari fra tre mesi ci dirà che Tabbiani era il migliore allenatore sul mercato e che quindi la scelta sarà stata felice, ce lo auguriamo di cuore. Ma rispetto alle aspettative del Gruppo Pelligra e programmi più che ambiziosi, ritrovarsi ad avere in panchina Tabbiani non era la scelta che immaginavamo tutti”.
“Questa non è una bocciatura di Tabbiani, attenzione, me ne guarderei bene. Ma sappiamo sulla nostra pelle cosa significhi il girone C di Serie C e cosa sia necessario per vincerlo. Nella stagione scorsa il Crotone con 80 punti non è andato in B e aveva una rosa importantissima, forse addirittura superiore sulla carta al Catanzaro. C’è da dire che tra le altre contendenti anche Benevento e Crotone hanno scelto di ripartire da allenatori giovani e senza curriculum prestigiosi. Il Benevento ha scommesso su Andreoletti che ha fatto molto bene nella Pro Sesto, il Crotone annuncerà Pazienza. Avellino e Pescara, invece, hanno puntato sull’esperienza di Rastelli e Zeman. Sarà interessante vedere quale approccio prevarrà fra allenatori giovani ed esperti”.
“Alla fine la differenza la fanno le rose che verranno allestite e da questo punto di vista ci aspettiamo dal Catania una rosa molto forte per riuscire a supportare un allenatore giovane che non ha esperienza in grandi piazze e, soprattutto, portatore di un credo calcistico molto complesso che richiederà un periodo di adattamento. Più forte sarà la squadra allestita e meno rischio ci sarà in questo travaso di calcio offensivo che il Catania metterà in atto dal primo giorno di ritiro”.
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