“Possiamo migliorare il prodotto e ci dobbiamo confrontare: qui nasce l’idea di un nuovo progetto. Non so se playoff o playout, sicuramente cento squadre professionistiche sono troppe e va trovata una dimensione più corretta, ma va fatto a sistema: non può farlo la Serie A da sola o la Serie B da sola e via dicendo”. Parlava così, lo scorso anno, il presidente della FIGC Gabriele Gravina. Parole che, tuttavia, non hanno avuto seguito. Sì, perché ormai da tempo si parla della realizzazione di una riforma ad hoc per il calcio italiano ma la situazione da questo punto di vista è rimasta invariata.
Il Catania ritrova la Serie C. Con un presidente nuovo, Matteo Marani, che ha preso il posto di Francesco Ghirelli. Quest’ultimo sembrava ad un passo dal via libera di una proposta che avrebbe riguardato la Lega Pro, passando a sei gironi con 10 squadre ciascuno, con le cinque migliori classificate poi in un gruppo promozione composto da dieci squadre e da tre gironi, e le cinque peggiori classificate in una poule retrocessione. Sarebbero scomparse le promozioni dirette a vantaggio della formula dei playoff. Ma non è stato raggiunto il numero minimo di preferenze e, così, Ghirelli si è dimesso lasciando invariata la questione legata al processo di riforma in C.
Il Catania affronterà il campionato consapevole di dover sostenere costi ben più elevati rispetto al flusso di entrate previste e con la medesima formula dei playoff che ha regalato tante amarezze, in questi anni, al popolo rossazzurro: 60 squadre in corsa, solamente quattro di loro usciranno dalle sabbie mobili di una categoria molto dispendiosa e dal coefficiente di difficoltà non poco elevato. La formula dei playoff, comunque, piace a Marani e non subirà le modifiche invocate dal Crotone: “Sono felice del successo della Serie C – le sue parole –. Rappresentiamo un numero di tifosi veramente appassionato e caloroso che ci hanno seguito in Italia e all’estero. Voglio ringraziare le nostre squadre per il livello di spettacolo che hanno offerto. E’ l’ennesima conferma di quanto piaccia la Serie C e di come la formula dei playoff funzioni”.
L’auspicio è che la nuova governance della Lega Pro possa trovare le giuste soluzioni per il rilancio di una categoria che è sempre stata un serbatoio di talenti. La mission non può e non deve essere quella di sopravvivere (non tutti i club ci riescono), apportando i giusti correttivi per la rinascita del movimento e lo sviluppo di una riforma. Ma qui è necessario che entrino in gioco anche le altre leghe, applicando una riforma di sistema di cui si parla da anni, ma con i fatti.
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