Cosa serve per vincere il campionato di Serie C? Magari esistesse una ricetta. Purtroppo non è così. E non è detto che la costruzione di una corazzata determini con certezza la conquista della promozione. La C è un campionato tosto, il popolo rossazzurro lo ha conosciuto piuttosto bene negli ultimi anni. Ingoiando bocconi amari, delusioni, vivendo tra illusioni e false speranze. Ne sanno qualcosa anche tanti club che, pur investendo milioni, non sempre sono riusciti ad abbandonare la terza serie. Così come ci sono società che hanno raggiunto il loro intento con un’attenta programmazione, spendendo in maniera oculata il proprio denaro.
Nel caso del Catania, il club viene già indicato un pò da tutti gli addetti ai lavori tra le squadre che principalmente competeranno per la promozione in B. Vuoi per la solidità economica della proprietà, vuoi perchè la competenza non manca nello staff dirigenziale etneo. Se tutte le caselle del puzzle andranno ad incastrarsi nella giusta maniera, ci potranno essere i presupposti per assistere ad una stagione da protagonisti. A proposito di competenza, sarà di fondamentale importanza l’allestimento di un organico che si fondi sull’unione di un gruppo compatto e coeso, con precise caratteristiche.
In primis fisicità ed equilibrio della rosa. Parole pronunciate non molto tempo fa dal vice presidente Vincenzo Grella, ospite della trasmissione ‘Cataniamente’ su Video Regione, in collaborazione con TuttoCalcioCatania.com. Le riproponiamo per evidenziare una volta di più quali siano le intenzioni primariamente ricercate dal Catania nella costruzione della squadra rossazzurra 2023/24:
“Cosa serve in Serie C? Fisicità, l’asse centrale deve essere molto forte e servono attaccanti che facciano gol. Perchè se andiamo a vedere le squadre che vincono in C, hanno attaccanti che vanno nettamente in doppia cifra. Ma spicca ancora di più per me la fisicità, una squadra che abbia delle caratteristiche fisiche marcate. Questo è fondamentale in C ma anche in B. Dobbiamo formare una rosa equilibrata, che dia alternative all’allenatore. Vogliamo fare due passi in avanti, mai uno indietro. E dobbiamo sempre andare sull’identità del giocatore, sul tipo di calcio che vogliamo proporre, costruendo una squadra che rispecchi la città. Servono anche giovani che sposino le caratteristiche da noi ricercate”.
Tutto questo si va ad inserire nel contesto di un Catania potenzialmente in grado di esprimere un calcio aggressivo e propositivo, volto a produrre il gioco ed a non subirlo, scegliendo l’allenatore adatto per trasmettere alla squadra questo tipo di mentalità. L’identikit rossazzurra è chiara, poi sarà il lavoro quotidiano sul campo a dimostrare se la strada tracciata è quella giusta.
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