Già in questa stagione il club rossazzurro ha seguito una linea chiara. “La direzione sportiva, guidata da Antonello Laneri, ha preferito scegliere calciatori catanesi e siciliani, proteggendo il made in Sicily e avviando un percorso che potesse privilegiare le risorse locali. Rapisarda, Palermo, Litteri, Di Grazia, Rizzo, sono tutti siciliani che hanno contribuito alla causa rossazzurra”, si legge su La Sicilia.
Laneri lo ha evidenziato più volte. “Nella sua mente era inconcepibile che in passato non fossero stati coinvolti nel Catania calciatori della stessa terra, così quando è stato scelto come architetto della nuova creatura etnea ha subito richiamato a casa i siciliani che erano stati costretti a emigrare. L’esempio che utilizza spesso Laneri è il Licata di fine anni Ottanta, di cui lui faceva parte come giocatore, che aveva una grande impostazione siciliana”.
«Un calciatore che sente l’importanza della maglia, rende di più», ha dichiarato più volte. “L’idea del club rossazzurro è diventare una società sostenibile, vincente e con una componente catanese e siciliana spiccata. Di calciatori catanesi in giro per l’Italia ce ne sono parecchi. Molti provengono proprio dal settore giovanile della vecchia società. Ragazzi che si sono formati all’ombra dell’Etna e che poi per un motivo o per un altro sono stati costretti o hanno scelto di andare via”. Vengono fatti i nomi di Alessandro Arena (siciliano di Marina di Ragusa), Emanuele Pecorino, Francesco Borriello, Kevin Biondi, Lorenzo Di Stefano, Samuele Bonaccorsi, Mario Noce. Ma la lista è lunga. “Chissà che qualcuno di questi possa ritornare presto a casa”, conclude il quotidiano.
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