FERRARO: “Non conosco il futuro, contento ed orgoglioso a prescindere. Asticella sempre alta, a Trapani con grande spirito di sacrificio”

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L’allenatore del Catania Giovanni Ferraro interviene in sala stampa, in vista del derby di domenica pomeriggio a Trapani. Queste le parole del tecnico rossazzurro evidenziate:

“Dispiace che i nostri tifosi non potranno esserci. Penso che lo sport bisognerebbe farlo vivere a 360 gradi. C’è da migliorare e crescere perché è facile oggi privare ad una tifoseria l’accesso allo stadio per esonerarsi da responsabilità. Solo con la gente il calcio rappresenta una festa dello sport. Infermeria? Non ci saranno Somma, Sarno, Jefferson e Chiarella. Abbiamo comunque una rosa ampia. Il Catania punta sempre a migliorare il livello delle prestazioni, domenica dopo domenica. Siamo stati bravi in questo campionato, bisogna chiudere il girone con una performance di rilievo, al di là di chi scenderà in campo. Sappiamo di dovere dare risposte al pubblico, alla società ed a noi stessi, a prescindere dal fatto che il campionato lo abbiamo già vinto. Perché quando indossiamo questa maglia si deve sempre cercare di vincere”.

“Il Trapani? Oggi la distanza in classifica è di 37 punti. Non ce l’aspettavamo. Adesso i granata sono in piena lotta playoff, abbiamo fatto un campionato a sé ma qualche squadra si è nascosta dietro al Catania. Complimenti a tutte le formazioni che hanno combattuto in questo girone ma grandi meriti al Catania. Sappiamo che il Trapani dovrà batterci per essere sicuro di centrare i playoff, allora servirà imprimere grande ritmo e con la massima concentrazione, testa e gambe. I nostri avversari giocano bene, sono in salute, siamo preparati per questo. Vedremo un Catania con grande spirito di sacrificio e voglia di fare risultato. Sappiamo cosa fare e che veniamo sempre giudicati dalle prestazioni e dei risultati”.

“Non conosco il mio futuro, ribadisco di essere concentrato sul presente. Mi viene sempre trasferita gioia dalla società, basta guardare negli occhi i dirigenti per percepire stima e soddisfazione per il lavoro svolto, questo è il riconoscimento più importante che mi possano trasferire. Soprattutto da persone che hanno vissuto di calcio, questo vale dieci volte di più per me. A fine campionato la società è giusto che rifletta su ognuno di noi. Io anche in passato non ho mai pensato troppo al futuro. Vivo il calcio da 38 anni e non sono mai rimasto un anno fermo. Prima o poi un posto di lavoro lo troverei sicuramente. Il Catania mi ha fatto crescere come uomo e allenatore, è ciò che conta davvero. Così come le buone impressioni lasciate al pubblico che mi vuole bene. Ho anche instaurato un rapporto importante con la stampa e la società stessa. Sono contento ed orgoglioso di quanto fatto, al di là del mio futuro, lo dico con il cuore e massima onestà. Per me il calcio è lavoro, e non sarebbe un problema allenare in C visto che i campi hanno le stesse dimensioni ed il pallone non pesa 100 chili”.     

“C’è stato un momento in cui, dopo essere partiti bene, abbiamo tirato un pò il fiato nel girone d’andata. Pian pianino abbiamo acquisito consapevolezza della categoria e migliorato la conoscenza del gruppo e dei meccanismi di gioco per far sì che i giocatori rendessero al meglio delle loro possibilità. C’era bisogno di tempo per crescere e migliorare, siamo partiti senza disputare amichevoli in una fase di costruzione. Poi, migliorando la conoscenza di ognuno di noi è migliorato anche il gioco, svoltando nella gara casalinga contro il Trapani ed acquistando condizione fisica e mentale”.

La nostra asticella viene mantenuta sempre alta dalla società, vogliosa di vittorie e prestazioni. Più prestazioni importanti assicuriamo, più è facile lasciare impronte positive alla società. Siamo tutti i giorni sul campo, con voglia di lavorare e raggiungere gli obiettivi prefissati. Gli obiettivi finiscono nel momento in cui si conclude la stagione, dobbiamo giocare al massimo ogni partita ufficiale. Sarao? Probabilmente lo vedete un po’ più ‘egoista’ perché vorrebbe arrivare in doppia cifra, nel senso che cerca con maggiore convinzione di migliorare lo score realizzativo. Può darsi che lui stia pensando di raccogliere qualche frutto in più a livello personale ma ha sempre fatto un lavoro importante per la squadra, sia nella fase di possesso che di non possesso”.        

“I tifosi? Li ringrazio, è stata davvero emozionante ricevere così tanti applausi domenica sera. Evidentemente i tifosi hanno apprezzato la persona, il mio lato umano, pratico, sono me stesso e allora è più facile trasferire determinati messaggi ai tifosi. Ringrazio tutti per le emozioni provate quest’anno allenando in una grande città come Catania. Poule scudetto? Giocheranno le squadre che hanno meritato sul campo la promozione. Il Catania ci arriverà bene. Le avversarie saranno tutte agguerrite. Poi ci sarà chi festeggerà il salto di categoria all’ultima giornata e, magari, a distanza di una settimana dai festeggiamenti può risentirne in termini di motivazioni”.

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