La prossima estate sarà quella punto di svolta nella carriera di Bruno Petkovic? Protagonista con la maglia della Dinamo Zagabria, confermandosi campione nazionale, e della selezione croata, con cui ha raggiunto il terzo posto ai Mondiali in Qatar lo scorso anno, secondo quanto riporta tuttomercatoweb.com l’attaccante classe 1994 potrebbe cambiare aria e, magari, tornare in Italia dove ha indossato le casacche di Catania, Varese, Reggiana, Virtus Entella, Trapani, Bologna e Verona. Anche perché alla Dinamo c’è aria di rivoluzione. Con il contratto in scadenza nel 2024, il suo acquisto non sarebbe neanche troppo oneroso e potrebbe diventare davvero un’occasione di mercato anche per squadre della nostra Serie A.
Un po’ di tempo fa lo stesso Petkovic parlo così della sua esperienza italiana: “Umanamente ho dei ricordi splendidi dell’Italia ma non so cosa abbia funzionato e cosa no. Il calcio è così. Però non ho rimpianti. In Italia ho fatto pochi gol ma ho anche imparanto tanto. Il mio idolo giocava proprio nel campionato italiano ed è Ronaldo ‘il Fenomeno’, faceva delle cose che ho cercato di copiare senza riuscirci. In campo tutti facevano fatica mentre lui sembrava spassarsela”.
L’ex Direttore Sportivo rossazzurro Christian Argurio e l’ex allenatore della Primavera etnea Giovanni Pulvirenti, invece, si sono così espressi sull’esperienza del ragazzo sotto il Vulcano (fonte La Sicilia): “A Catania abbiamo posto le basi per assicurare a Bruno un futuro da grande professionista – le parole di Argurio –. Nel Dragovoljac lo avevo visto prima di approdare al Catania, quando il suo ex procuratore Sorrentino lo propose a Gasparin la Croazia era ancora un Paese extracomunitario e bisognava aspettare. Ma al Catania dissero «prendilo senza prova o non se ne fa nulla». Consigliai di prenderlo e Gasparin accettò fidandosi”.
“Bruno era un ragazzo fin troppo intelligente. Era ‘avanti’, aveva intuizioni geniali – le dichiarazioni di Pulvirenti -. Lo misi in campo nel gennaio del 2013 contro la Juve Stabia e segnò subito. Fece gol nelle due successive gare sulle tre disputate. Nel derby col Palermo fornì assist ai compagni. Contro il Napoli (2 marzo 2013), con Torre del Grifo stracolma di tifosi si procurò un rigore ma cedette la palla ad Addamo. Era un generoso, anche. Aneddoti? Tanti, troppi. Fu convocato da Maran in prima squadra ma tardò ad arrivare al campo. Lo svegliai furente. Si era addormentato. Chiese scusa e in campo andò a mille”.
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