In un’intervista alla campionessa catanese doc di pallanuoto Giusi Malato, abbiamo chiesto un parere sul Catania (di cui è tifosissima) – rinato dalle proprie ceneri con l’arrivo di Ross Pelligra – e di pallanuoto con l’impresa della “sua” Nuoto Catania, salvatasi nel campionato di Serie A1 maschile.
Ti immaginavi, poco più di un anno dopo il fallimento, di ritrovarti qui a commentare l’entusiasmo ritrovato della piazza catanese per il traguardo raggiunto dal Catania di Pelligra della promozione in Serie C?
“Se dovessi pensare a un anno fa, quando c’è stato il fallimento e la cancellazione della matricola – ammette Giusi Malato – onestamente non avrei immaginato che ci saremmo ritrovati al punto in cui siamo oggi. Per fortuna siamo in mano ad una squadra di manager che sa fare il proprio lavoro, tutti i dirigenti lo hanno dimostrato quest’anno. Il cavallo buono però si vede alla distanza e sono certa che loro arriveranno alla meta velocemente. L’obiettivo è riconquistare il calcio che conta”.
Si parla con sempre maggior insistenza della possibilità di costituire attorno al nuovo Catania una polisportiva che metta insieme tutte le migliori realtà delle varie discipline sportive. Tu che ne pensi?
“Sarebbe una cosa bellissima, ma purtroppo in questi anni non c’è stato modo di conciliare società e sport. Sarebbe un sogno unire sotto lo stesso nome e la medesima bandiera tante squadre che portano i colori rossazzurri. Io sono legata a questa terra e a questa società, quindi sarebbe un sogno indescrivibile e credo in questa possibilità”.
E la Nuoto Catania, squadra in cui stai lavorando, intanto si è salvata in Serie A1 compiendo un’impresa. Che emozioni hai provato al momento del raggiungimento dell’obiettivo?
“Ho provato emozioni contrastanti perché l’ultima partita è stata decisamente altalenante tra recuperi e goal presi senza capire cosa stesse succedendo. E poi alla fine sono usciti i cuori affamati della nostra squadra e per fortuna abbiano portato a casa questa vittoria che onestamente è stata sofferta soprattutto per l’anno che abbiamo passato. È stata una vittoria di squadra ma anche per l’allenatore e per la società”.
Nello sport troppo spesso non si fa attenzione ai dettagli, soprattutto quando si tratta di discipline “minori”…
“L’attenzione c’è quando si vince e quando si perde. Purtroppo stiamo parlando di una realtà che io conosco da 40 anni ed è sempre così, non c’è stata mai la giusta attenzione durante il campionato. E nello specifico non c’è stato sostegno alle società che fanno davvero un grandissimo sforzo. Sostenere i costi è veramente dispendioso per le tasche di una società ma si fa lo stesso perché c’è passione e i colori ti danno la forza e la determinazione per andare avanti”.
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