La stagione scorsa i festeggiamenti nella sponda rosanero della Sicilia per la vittoria dei playoff celebrando la promozione del Palermo in Serie B. Quest’anno, trasferimento a Catania e promozione ottenuta in C. Entrambe le esperienze siciliane di Michele Somma sono state vincenti, ma in contesti e attraverso modalità differenti.
Perchè a Palermo, il difensore cresciuto nelle giovanili di Juventus e Roma, ha vissuto periodi da “separato in casa”, venendo messo fuori rosa. Ha anche dovuto fare i conti con qualche problema fisico e un rendimento altalenante, ricevendo critiche da parte di stampa e tifosi in alcuni momenti della stagione. Un rapporto, insomma, non proprio idilliaco con l’ambiente.
Quando il direttore sportivo del Catania Antonello Laneri gli ha offerto la possibilità di scendere di categoria, a fine campionato, c’erano anche altre opzioni per il futuro di Somma. Il giocatore nativo di Salerno, però, ha subito compreso l’importanza del progetto che stava nascendo alle pendici dell’Etna accettando di ripartire dalla Serie D. Una scelta per certi aspetti coraggiosa, ma voluta con decisione e che si è rivelata azzeccata, a giudicare dalle prestazioni offerte in maglia rossazzurra e dai risultati ottenuti.
Se il Catania ha dominato il torneo di quarta serie, il merito è certamente attribuibile anche al contributo del difensore classe 1995 che, a differenza di Palermo, stavolta ha vissuto un’annata da protagonista. Facendosi oltretutto “perdonare” dai tifosi catanesi ricordando quando, nella stagione 2020/21, il Palermo vinse il derby a Catania e lui scese in campo tra le fila rosanero (a seguito di uno scontro di gioco perse un dente, rompendosi uno degli incisivi). Adesso Somma è rossazzurro, fiero ed orgoglioso di esserlo.
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