Nel corso della trasmissione ‘Corner’, ai microfoni di Telecolor, l’ex Direttore Generale del Catania Sergio Gasparin parla del ritorno tra i professionisti del club rossazzurro analizzando vari temi. Queste le parole raccolte:
“Normalmente i pronostici vengono fatti per essere ribaltati poi dal campo, in questa situazione invece il pronostico era facile e quindi è stata una cavalcata trionfale per il Catania che ha fatto campionato a sè, stante le forze in gioco e la capacità sul piano tecnico-tattico della squadra. Bravi i giocatori, molto bravo l’allenatore, bravissima la società. Un merito, un plauso e una grande soddisfazione per i tifosi che seguono con straordinaria passione e senso di appartenenza le sorti del Catania. Dopo anni di buio, difficoltà e amarezze hanno vissuto, mi auguro, una prima di tante gioie che ci potranno essere da qui in avanti”.
“Considerata la vittoria del campionato con la forza che ha dimostrato il Catania, in vista della prossima stagione credo che abbia bisogno di trovare delle migliorie nelle zone del campo nelle quali si sono evidenziate delle carenze. Non sicuramente una rivoluzione perchè per fare questo tipo di campionato le qualità erano già importanti. Credo che il Catania abbia nella stanza dei bottoni, e quindi dal punto di vista dell’assetto dirigenziale che ha ben lavorato durante questa stagione sportiva, le persone e le risorse per andare a individuare quelle che possono essere le migliorie all’interno dell’organico. C’è da sottolineare che la differenza importante in C rispetto alla D sono gli avversari. Nel girone sud intanto non ci sarà il Catanzaro che ha fatto un pò quello che il Catania ha fatto in D, il Crotone andrà ai playoff ed il Cosenza rischia di andare ai playout e, in caso di retrocessione, può alzare il livello del gruppo. Poi ci saranno le varie contendenti storiche. Attenzione al Benevento, bisognerà vedere con quale tipo di programma sarà in grado di ripartire se retrocederà”.
“Saluto e ricordo persone che hanno fatto parte per molti anni di un organico di Serie A. Da Angelo Scaltriti a Carmelo Milazzo, da Franchina a Muratore, a Biagianti che giocava e adesso fa il team manager, a Orazio Russo oggi responsabile del settore giovanile. Andando sulla specificità tecnica, il risultato di quest’anno ha dimostrato che hanno lavorato nel modo migliore. Non conosco in termini di relazione personale precisa le risorse tecniche, leggo però sul piano atletico che è tornato in società Giovanni Petralia, un professionista eccellente. Sono le prime mosse per andare a costruire una società che poggi su degli elementi di esperienza e qualità. Poi è fondamentale la conoscenza della categoria, nel senso che i calciatori per vincere la D sono stati pescati in maniera esemplare e così dovrà essere anche in C, dove ci sono elementi di categoria che hanno faticato nelle serie superiori ma sono delle eccellenze in terza serie. Ad esempio a Vicenza in estate hanno acquistato Franco Ferrari che, salvo qualche sparuta apparizione in B, ha giocato solo in C facendo 24 gol in questa stagione. E’ fondamentale la conoscenza ben precisa e dettagliata delle risorse tecniche per un affrontare un campionato di Serie C, non dimenticando il grande peso della maglia che si indossa e richiede giocatori di personalità, di qualità sul piano umano e dello spessore caratteriale”.
“Con me il più grande Catania di sempre? Sarebbe bastato che qualcuno non volesse distruggere tutto quello che c’era per imboccare strade sconosciute, perlomeno strane. Quale stadio costruire per il Catania in futuro? Rispetto all’Inghilterra e tante altre nazioni siamo da tanti anni in ritardo cosmico in tema di stadi. Lo stadio è una componente imprescindibile, in Inghilterra viene considerato quasi un insulto pensare ad uno stadio scoperto o quasi interamente scoperto. In una piazza importantissima come Catania, con un pubblico straordinario, io credo che ci siano le condizioni per costruire uno stadio che possa vivere 365 giorni all’anno, non dedicato esclusivamente all’attività agonistica della squadra ma che abbia nelle infrastrutture sul piano commerciale e di utilizzo societario e sportivo, anche l’insieme di alte componenti all’interno della città e del comprensorio, una grandissima opportunità di business e sviluppo. E’ delittuoso che in Italia siamo ancora così in ritardo e clamorosamente in seconda fila rispetto a tutti i Paesi sviluppati sotto il profilo delle infrastrutture sportive”.
“Le infrastrutture a disposizione della squadra e di tutto il team, settore giovanile compreso, sono imprescindibili per una società che voglia sviluppare un progetto importante, a lunga scadenza, nel quale ci possa essere una comunione e un rapporto costante tra società e squadra in una condivisione anche degli spazi fisici di lavoro. Il problema di Torre del Grifo ha due facce. La prima, che è un impianto straordinario che in Serie A era sicuramente un appeal importante e per certi aspetti determinante nello sviluppo di queste tematiche, contemporaneamente ha costi elevatissimi che si ampliano a dismisura rispetto alla manutenzione straordinaria e ordinaria di cui il centro necessita. Ho letto qualcosa sulla progettualità della nuova società legata a questo tipo di situazione, è chiaro che vaglieranno con grande attenzione costi e benefici. Contare su una struttura che possa essere a disposizione della prima squadra e del settore giovanile nelle quali sviluppare l’attività agonistica, oggi non è più un dettaglio ma una componente determinante. Le infrastrutture legate allo stadio e ad un centro sportivo sono più importanti anche dei giocatori che vanno in campo, per certi aspetti“.
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