L’allenatore Pino Rigoli, intercettato dalla redazione di TuttoCalcioCatania.com, ha rilasciato un’intervista per parlare del Catania, della bella stagione condotta in Serie D e del futuro dei rossazzurri.
Quale è l’aspetto positivo più importante e da esaltare di questa stagione secondo lei?
“Si è ricreato entusiasmo, raggiungendo l’obiettivo della vittoria finale del campionato, tornando così tra i professionisti. I tifosi sono tornati al campo, c’è stato un connubio forte tra la società, la squadra e la gente di Catania. Questo secondo me era il passo fondamentale da fare per mettere le basi giuste a questo nuovo progetto”.
Facciamo un sondaggio: se fosse l’allenatore del Catania… le chiediamo di darci 3 nomi di giocatori che secondo lei sono imprescindibili su cui costruire la squadra del prossimo anno già presenti in rosa.
“In realtà ho seguito poco il campionato, credo sia più giusto fare questa domanda a chi ha sapientemente guidato la squadra quest’anno in panchina, osservando ogni allenamento. I numeri comunque dicono, a mio avviso, che tutti i componenti della rosa hanno dato il loro contributo alla causa, tra l’altro vincere un campionato non è mai facile. Serie D compresa”.
Quali sensazioni le suscita il fatto che si sia tornati a festeggiare al Massimino dopo anni particolarmente difficili che anche lei ha vissuto?
“Rivedere tutta questa gente vicina al Catania è una cosa che fa piacere, un patrimonio da non disperdere. Questo mi ha emozionato molto”.
Il grande dibattito in questo momento riguarda proprio il futuro e in tanti si interrogano se è più giusto confermare l’ossatura di Serie D compreso lo staff oppure se in Serie C le cose cambiano drasticamente. Un giudizio sulle differenze tra il campionato di C e D, cosa ci vuole di diverso e il fattore entusiasmo effettivamente incide in maniera rilevante?
“Sono convinto in tal senso che la dirigenza del Catania, che già quest’anno ha dimostrato di saper agire in maniera diligente, saprà scegliere al meglio come impostare la nuova stagione in Serie C. Faranno il bene del club, gli obiettivi sembrano chiari: il Catania proverà a primeggiare anche in terza serie. In squadra ci sono già elementi importanti anche per la Serie C, questo secondo me è un dato di fatto. Bisognerà valutare tutto a 360 gradi, sia dal punto di vista tecnico che umano”.
Se c’è un problema all’interno del nuovo Catania è quello delle strutture, infatti con Torre Del Grifo ancora fuori uso, e probabilmente lo rimarrà, occorre cercare le strutture. Quanto è importante secondo lei già dall’approdo in Serie C trovare una soluzione a questo problema?
“Quello delle strutture, specialmente al sud, è una vera problematica che deve essere affrontata. Il Catania aveva un centro come Torre del Grifo che era un fiore all’occhiello, avvicinava le persone non solo al calcio. Mi auguro che la nuova società possa dotarsi di un centro sportivo, qualora non riesca a recuperare Torre del Grifo. Capisco bene che non sia semplice riprenderlo e gestirlo: quando una struttura del genere rimane chiusa per tanto tempo penso diventa complesso… Comunque un club con ambizioni importanti al giorno d’oggi ha bisogno di un centro, anche per poter valorizzare il vivaio e far crescere i talenti che rappresentano il futuro della squadra”.
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