L’avvocato Carmelo Marzà, Fiduciario dell’Assocalciatori nel corso di ‘Calcionate – I Commenti in Casa RossAzzurra’, trasmissione su Globus Television, esprime alcune considerazioni sulla città di Catania, la società del Gruppo Pelligra e la squadra di mister Ferraro facendo un ragionamento complessivo:
“Cosa è cambiato rispetto al passato a Catania? Ben poco. La squadra di calcio di solito è espressione della città. Qui abbiamo un percorso inverso. Se dovessimo dare un giudizio in merito alla situazione della città sul piano istituzionale e in generale, è come sparare sulla croce rossa. Il Catania SSD nasce in una situazione completamente diversa, secondo un percorso virtuoso assolutamente inverso in cui è la città che deve imparare dalla società di calcio come gestire il patrimonio, come scegliere le giuste risorse umane e come pianificare gli obiettivi. Francamente mi pare che siamo lontani anni luce dal modello Pelligra. La circostanza che il calcio a Catania sia rinato grazie ad una persona estranea al tessuto cittadino, secondo me la dice un pò lunga sul contesto in cui ci muoviamo. L’intenzione della società rossazzurra di essere parte integrante del tessuto sociale è apprezzabilissima, ma dall’altro lato occorre che ci sia questa disponibilità e capacità a farsi interlocutore attendibile e soprattutto credibile”.
“Aggiungo una seconda considerazione. Io faccio l’avvocato dell’Assocalciatori dal 1995. Ebbene dal ’95 a oggi questo è stato il primo anno nel quale l’Assocalciatori, sia direttamente dalla sede centrale che tramite il mio intervento locale, non ha sostanzialmente effettuato alcun intervento. Io sono contento di questo, perché anche negli anni belli della Serie A c’erano delle controversie. Ricordo i casi di Falsini, Pantanelli, Biso, Stovini, De Zerbi, situazioni incredibili. Quest’anno pur navigando fra i dilettanti – la cui normativa lascia delle zone grigie, delle maglie abbastanza aperte che possono dare luogo a delle controversie che si realizzano con una certa periodicità – la società etnea è stata di una trasparenza e signorilità assolutamente unica. Anche questo deve essere un modello per Catania, confrontandoci con quello che Pelligra ha fatto creando nuovamente il calcio a Catania. La scelta delle risorse umane, la gestione della cosa pubblica, dell’aspetto economico. Sono basilari, se noi non abbiamo una considerazione alta di questi aspetti non abbiamo dove andare”.
“Auspico che il Catania faccia da traino un po’ per tutta la città, da punto di riferimento comportamentale per tutti, non solo le istituzioni. Un’altra considerazione la vorrei fare, invece, sulla squadra allenata da Ferraro. A parte le ovvie considerazioni del giusto mix tra giovani ed esperti, c’è una caratteristica che questa squadra mi ha fatto cogliere. Sono tutti ragazzi dalla spiccata personalità, sono stati scelti prima ancora che per l’aspetto tecnico per questo. E’ una squadra costruita con una base di gente proveniente da categorie superiori che possono tranquillamente affrontare la C senza alcuno sbalzo di categoria. E hanno carattere, senso d’appartenenza. Perchè giocando a Catania davanti a 15mila spettatori, se sei carente sul piano psicologico ne risenti”.
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