Giovedì pomeriggio Acireale e Catania in campo al “Comunale” di Aci Sant’Antonio senza tifosi rossazzurri al seguito, per via delle restrizioni degli organi di pubblica sicurezza che hanno autorizzato l’accesso all’impianto sportivo etneo esclusivamente ai sostenitori residenti nel Comune di Acireale.
Un migliaio gli spettatori presenti in Tribuna, rumorosi abbastanza per sperare nella realizzazione di un’impresa ad opera della squadra di Giovanni Ignoffo. La buona volontà, però, non è bastata ai granata che sono stati costretti ad inchinarsi di fronte alla superiorità tecnica del Catania. In gol Andrea Russotto, beccato a più riprese dalla tifoseria acese nel corso del match.
Il calciatore rossazzurro ha risposto ai fischi ed agli insulti di parte dei tifosi dell’Acireale con una rete di pregevolissima fattura, direttamente da calcio di punizione. La settima gemma di una grande stagione per lui. Nessun coro di sfottò, invece, all’indirizzo di Catania e del Catania, ma entusiasmo e senso d’appartenenza. Presente un tifoso persino da Biella con uno striscione recante la scritta “Da Biella, 1.430 km per l’Aci”.
“Noi siamo Acireale”, “Sono acese e me ne vanto” alcuni degli slogan del tifo organizzato granata. Nel corso del primo tempo, urlato a gran voce anche il coro: “Pulvirenti pezzo di m…”. Ricordando, a malincuore, l’ex presidente Antonino Pulvirenti, che nel mese di maggio 2004 abbandonò improvvisamente l’Acireale Calcio, alla vigilia della gara contro la Viterbese, valevole per i play-off del girone B della Serie C1, per acquistare proprio il Catania, rilevato dai Gaucci attraverso la holding Finaria per 15 milioni di euro.
Poi, a fine partita, qualche mugugno per chi si attendeva uno sconto dal Catania (che, invece, ha giustamente onorato l’impegno nel pieno rispetto della regolarità del campionato, di tifosi e società rossazzurra) e l’urlo “Ci devi credere, ci devi credere” all’indirizzo dei giocatori granata, chiamati a centrare una salvezza resa ancora più complicata. Festa, invece, per la formazione di mister Giovanni Ferraro che ha corso verso la tribunetta in cui erano sistemati i dirigenti e gli altri rappresentanti del Catania SSD, ricevendo e ricambiando gli applausi.
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