Bello, sporco, cattivo, divertente, efficace. Il Catania cambia registro, a seconda degli avversari e dell’economia della partita. La squadra di Ferraro sa quali armi adottare di gara in gara. Avendo aquisito una consapevolezza ed una mentalità che rendono impossibile anche solo avvicinare le dirette inseguitrici. Il girone I di Serie D sarebbe abbastanza interessante se non fosse che i rossazzurri vantano una ventina di punti di vantaggio e potrebbero staccare il pass per la C già tra un paio di settimane o agli inizi di aprile. Anche domenica, a Sant’Agata di Militello, il Catania ha confermato di fare sempre e solo la voce grossa in questo campionato praticamente “ucciso” da De Luca e compagni.
In un paese vestito a festa per l’arrivo della corazzata catanese (1.650 spettatori dei quali 650 ‘marca Liotru’), non c’è stato niente da fare per la volenterosa truppa biancazzurra, pur essendosi mostrata coraggiosa nel giocare a viso aperto evidenziando una certa qualità nel palleggio e nella capacità di attaccare gli spazi. Gran ritmo e pressing alto per la squadra di mister Vanzetto, che anche all’andata aveva creato qualche difficoltà al Catania, forse più di qualsiasi altra squadra incontrata finora. Ma il confronto di ritorno ha messo in mostra un Catania cresciuto in termini di personalità e di lettura sapiente delle fasi di gioco.
Gli etnei hanno saputo soffrire e stringere i denti al momento opportuno, per poi proporsi e diventare letali quando gli avversari sono calati di ritmo e intensità. Per l’ennesima volta i rossazzurri hanno deciso il match nei secondi 45′ sfruttando al meglio le forze fresche dalla panchina. In questo caso inserendo Lodi e De Luca, solitamente in campo dall’inizio e, stavolta, subentranti. Come al solito i cambi fanno la differenza ed il risultato finale è praticamente assicurato. Il gruppo è di granito, vincente nel DNA, caparbio e sicuro dei propri mezzi. Da Forchignone a Sarao, passando per Lorenzini e Palermo. Tutti hanno fatto la loro parte. Groaz, preferito a Bethers che non era al meglio delle condizioni fisiche, non è stato quasi mai impegnato dai santagatesi ma si è fatto trovare pronto nelle rare circostanze dell’incontro.
Il Catania ha sofferto nel primo tempo il pressing asfissiante dei padroni di casa, che a tratti non lasciavano respirare i rossazzurri, i quali però si sono difesi con grande attenzione e, in 3-4 circostanze, avrebbero potuto gestire meglio le ripartenze. Nella ripresa l’1-2 micidiale Sarao-De Luca ha spento l’entusiasmo dei padroni di casa, rendendo decisamente più innocuo il 3-4-3 del Città di Sant’Agata, molto meno propositivo della prima parte di gara.
Catania devastante che avrebbe persino potuto triplicare in successive occasioni, denotando equilibrio tattico facendo girare il pallone con molta più disinvoltura, precisione e sicurezza con Lodi in cabina di regia. Unica pecca, la sbavatura del neo entrato Pedicone nel finale che ha agevolato Scolaro nella realizzazione del gol della bandiera tirrenico. Ma va benissimo così. Il Catania ha prodotto un’impronta ancora più marcata al campionato e viaggia a vele spiegate verso la C.
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