Oggi, 17 anni dopo l’ultima promozione, in città c’è un’attesa da Serie A. “Quando i colori rossazzurri sono in cima non c’è categoria che tenga”, riporta il quotidiano La Sicilia. “Ricordate Gangi? Chi era in quell’angolo di Sicilia che ci è sembrato magico, potrà capire. Le immagini del gol di Drago dopo 51 minuti di ansia, del bis di Peppe Mosca, cannoniere micidiale, del tris di Ardizzone a 12′ dalla fine fecero entrare nella storia quel 13 maggio 1995″.
Viene ricordato anche il gol contro la Juve Terranova del 9 maggio 1999, l’1-1 di Brutto che sancì il salto in C1, ma alla storia passò la rete di Manca al Messina al 92′ di un 25 aprile “che di fatto segnò la liberazione rossazzurra” approdando in terza serie “dopo che Massimino era stato spinto in basso dalle angheria di un palazzo politico-calcistico senza tetto n’è legge”.
Oppure il 9 giugno 2002, le immagini epiche di una squadra che ha resistito all’assalto del Taranto “su un campo con la lettera B già stampata”. C’era Zeoli, oggi vice allenatore rossazzurro. “E lottò come un leone insieme agli altri ragazzi, dal monumentale capitan Baronchelli a Eddy Baggio, passando per nomi che i tifosi del Catania snocciolano a memoria come la formazione dell’Italia 1982”.
Il 28 maggio 2006, invece, stadio Massimino “stracolmo di tifosi che spinsero la palla ‘pizzicata’ con la punta del piede da Umbertino Del Core, talento di Bari Vecchia, in rete”. Fu l’inizio di una festa “che sembrava non finire mai. Durò settimane, poi gli otto campionati di A, parentesi dorata e colma di emozioni e trepidazione”. Adesso Catania calcistica rinasce dalle ceneri “ricollocandosi in una categoria che sta ancora stretta. Ma è un nuovo inizio, non certo un traguardo. Viviamocelo tutti, ognuno con il proprio ruolo, con serenità e orgoglio”.
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