GRELLA: “Pelligra ha un coraggio da leone. Serie C, ecco cosa serve. Catania dovrà tornare in A da protagonista”

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Ospite di Cataniamente, trasmissione a cura di RSC Tv su Video Regione in collaborazione con TuttoCalcioCatania.com, il Vice Presidente ed Amministratore Delegato del Catania Vincenzo Grella ha commentato vari temi. Dal presente al futuro del club, proiettato verso la stagione che sta per concludersi ed il prossimo campionato di Serie C, ribadendo l’intenzione di riportare i colori rossazzurri nella massima categoria creando le condizioni per farlo:

“Un collettivo forte e serio, con poca presunzione e tanta voglia di mettere a disposizione le proprie capacità in funzione del compagno, di un collega, di un dirigente, questo fa sì che il club possa avere successo e determinare grande distacco in termini di punti in classifica. Il collettivo vince sempre rispetto al singolo“.

“Mi piace la passione dei catanesi. Mi parlavano della festa di Sant’Agata, poi vivendola da vicino mi sono reso conto di quanto sia importante. E la stessa devozione per Sant’Agata il catanese la mette nei confronti della squadra di calcio, questo mi ha colpito molto. So che tanti ragazzi si trovano benissimo a Catania, questo ci fa piacere. Hanno fatto un grande lavoro perchè non è facile vincere così. Faccio i miei più grandi complimenti a tutti. Poi a fine stagione decideremo come andare avanti. Puntiamo anche a vincere la poule scudetto. Cercheremo di vincerla perchè quando un ragazzo scende in campo con la maglia del Catania, sa cosa pretende la società. Qualcuno mi ha detto che forse ci sarà un calo di tensione. Io non credo perchè giocatori e staff sanno che in questo momento guardo con più attenzione ogni atteggiamento, questo può anche condizionare le mie decisioni”.

“Il nostro presidente lavora sette giorni su sette, quasi 22 ore al giorno, grandissimo imprenditore di successo che non si ferma neanche un secondo, io vedo in lui il carattere che vogliamo vedere nella nostra società. Ha una cosa principale che si chiama coraggio, un coraggio da leone perchè tanti dei suoi affari sono molto complicati ma lui non attende, ha sempre una visione positiva di quello che fa. Se non sa, si circonda di persone che sanno. E’ uno che non perde tanto tempo quando vuole fare qualcosa. E’ uno che guarda sempre in avanti. Lui già mi martella su cosa dobbiamo fare. E’ esigente, ha voglia di successo“.

“Ero a Firenze mercoledì dal presidente della Lega Pro Matteo Marani. Un ottimo incontro insieme a Luca Carra. Un incontro conoscitivo, con la curiosità di sapere un pò dei nosti progetti e programmi. E’ stato un confronto con un professionista serio, una persona che ha idee chiare. Ci siamo trovati subito in questo senso perchè noi abbiamo idee chiare su come vogliamo portare avanti il Catania. Stiamo seguendo più partite possibili della Lega Pro con Antonello Laneri. Un modo per conoscere meglio la categoria, anche se Laneri la conosce perfettamente. Io conosco meglio il girone A e B, però sono uno che impara velocemente”.

“Budget? Ci stiamo lavorando, ho fatto le mie proposte al presidente Pelligra con tanto di motivazioni e spiegazioni. Lui è tornato in Australia perchè aveva un consiglio d’amministrazione con il suo gruppo, spero di avere a breve delle risposte così possiamo accelerare su degli obiettivi che abbiamo prefissato. Bisogna trovare il giusto equilibrio tra l’avere una squadra competitiva, che rispecchi bene la città, e un pensiero verso il settore giovanile“.

“Per creare un settore giovanile forte, che possa dare ogni anno dei calciatori alla prima squadra, serve tempo. E questo tempo non lo voglio perdere più. Quest’anno abbiamo disputato un campionato ridicolo perchè i nostri ragazzi il più delle volte hanno vinto con dieci e più gol di scarto. Questo è perdere tempo. Ai ragazzi voglio dare competizione, perchè la competizione li prepara all’ingresso in prima squadra. Anche le ragazze sono bravissime, allenate da Peppe Scuto, un tecnico che sposa perfettamente le caratteristiche del Catania. Come del resto Orazio Russo, che per me è l’esempio vivente di quello che voglio fare. Un catanese che inizia a giocare nel Catania a 12 anni e arriva in prima squadra, chi meglio di lui può raccontare ad un giovane calciatore cosa bisogna fare per arrivare lì? Aggiungi il fatto che Orazio è una persona che in tutto sposa le caratteristiche da noi ricercate, persona seria che lavora tantissimo e quando tagli le vene vengono fuori i colori del nostro club. Noi non possiamo chiedere più di questo. Con il supporto di Laneri quest’anno è cresciuto tantissimo e diventerà uno dei più bravi dirigenti del calcio italiano“.

“Cosa serve in Serie C? Fisicità, l’asse centrale deve essere molto forte e servono attaccanti che facciano gol. Perchè se andiamo a vedere le squadre che vincono in C, hanno attaccanti che vanno nettamente in doppia cifra. Ma spicca ancora di più per me la fisicità, una squadra che abbia delle caratteristiche fisiche marcate. Questo è fondamentale in C ma anche in B. Dobbiamo formare una rosa equilibrata, che dia alternative all’allenatore. Vogliamo fare due passi in avanti, mai uno indietro. E dobbiamo sempre andare sull’identità del giocatore, sul tipo di calcio che vogliamo proporre, costruendo una squadra che rispecchi la città. Servono anche giovani che sposino le caratteristiche da noi ricercate. Io non ho paura della carta d’identità, per me è importante quello che uno può fare in campo a prescindere dall’età. Lodi, che ha compiuto di recente 39 anni, ha fatto vedere che l’età conta ma poi è importante che quando uno entra in campo giochi e dimostri di volerci stare. Se un 18enne convince il mister durante la settimana che lui sia superiore ad altri, gioca. Per me lo stesso discorso vale per un ragazzo di 16 anni, se sposa l’identità e le caratteristiche ricercate dalla nostra società”.

“Catania in Serie A nel giro di 3-5 anni? Rovescio la domanda, per quanto tempo volete restare in A? E’ importante rimanerci, non in quanto tempo arriviamo. Dobbiamo starci e da protagonisti, perchè Catania può essere una protagonista in Serie A. Perchè no? E credo nell’Europa come ribadito in altre occasioni, altrimenti non lo avrei mai detto”.

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