L’ex allenatore del Catania Edy Reja, dopo l’esperienza nella Nazionale Albanese, ha accettato all’età di 77 anni la sfida di allenare in Slovenia, al ND Gorica. La missione che attende il longevo mister goriziano non sarà delle più semplici, con l’obiettivo di raggiungere la salvezza nella massima divisione nazionale. Del suo staff fanno parte l’ex difensore della Juventus Sergio Porrini nel ruolo di vice ed il professor Luigi Febbrari come preparatore atletico.
Tempo fa Reja concesse un’intervista al Corriere dello Sport: “Dopo Catania, nel 2003, avevo deciso di smettere. Mi iscrissi al corso per la patente nautica. Volevo girare l’Adriatico con la barca: la costa croata è fantastica. Una sera mi arrivò una telefonata di Cellino: mi offrì il Cagliari. Rifiutai, volevo godermi il mare, ma la stessa notte mi richiamò e il giorno dopo firmai il contratto. La carriera ripartì: Napoli, Lazio, Hajduk, Atalanta, Albania. Allenare mi piace: si sta a contatto coi giovani e sei connesso col mondo“, le parole di Reja.
Jaroslav Sedivec, che fu allenato da lui a Catania e che di recente è intervenuto anche ai nostri microfoni, si è così espresso su Reja: “Era l’epoca di Gaucci che quell’anno ha cambiato tanti allenatori e lui è arrivato quando cercavamo di salvarci, ma la situazione era compromessa. Per me è uno dei pochi signori del calcio, un bravissimo allenatore e un’ottima persona. Si fa rispettare ma sa anche parlare con i giocatori. Quando è arrivato, il Catania era molto in basso e nonostante questo è riuscito a creare un bel clima intorno all’ambiente anche perché c’erano state molte contestazioni. Comunque noi entravamo in campo con meno timore e più concentrazione. Io con Reja giocavo nonostante fossi uno dei più giovani in rosa. E’ una persona attenta su tutto. Non si faceva condizionare dal fatto che i più vecchi se la prendevano se non giocavano. Il mister aveva un buon rapporto con tutti, era obiettivo: chi meritava giocava”.
“Quando andavamo al ristorante, sempre lo stesso, gli facevamo qualche scherzo sul vino. Lui è un appassionato, gli piace molto e allora noi cercavamo sempre di fargli qualche scherzo per farci una risata. Oppure certe volte in allenamento lo prendevamo in giro perché lui, essendo del Friuli, ha questo accento molto marcato e in quel Catania giocavano tutti calciatori siciliani o napoletani che non capivano quando ci spiegava le cose. Allora scherzavamo e dicevamo che non si capiva niente quando parlava”.
***CLICCA QUI per mettere MI PIACE alla nostra pagina Facebook***