Intervenuto nel corso della trasmissione ‘Un lupo in famiglia’, su Prima Tivvù, il centrocampista dell’Avellino Jacopo Dall’Oglio rilascia alcune dichiarazioni che fanno riferimento ai suoi trascorsi in maglia rossazzurra ed ai motivi che lo spinsero a lasciare Catania per approdare a Palermo:
“Il mio primo anno a Catania andò benino. Avevamo iniziato la stagione con Camplone in panchina partendo alla grande, 6-3 ad Avellino. Poi purtroppo arrivò la sconfitta a Potenza e fu l’inizio del casino. L’anno successivo invece lo considero il migliore a livello personale perchè ho realizzato 5 gol e 7 assist, stavo bene di testa, mi veniva tutto semplice. Sono stato anche fortunato a trovare allenatori che mi davano una certa libertà di azione in mezzo al campo. Baldini in particolare mi diceva di andare dove volessi, bastava semplicemente correre. Mi è capitato anche di fare la prima punta a Catania, ero sereno. E quando sei sereno con la testa sei già un passo avanti”.
“Catania rappresentava il mio sogno. Mi piaceva giocare a Catania, ho parenti lì, la società mi piaceva da morire, allenandomi in uno dei centri sportivi più importanti in Europa. Club importantissimo. Quando ricevetti la chiamata del Palermo ero in difficoltà, però la società etnea aveva problemi economici e doveva liberarsi del monte ingaggi. Il direttore disse che dovevo andare via, mi voleva solo il Palermo. Non avevo altra scelta. Poi la gente mi ha massacrato, ma quella formulata dai rosanero fu l’unica offerta concreta. Il resto chiacchiere, vedi Ascoli”.
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