Ospite della trasmissione sportiva ‘Corner’, su Telecolor, il centrocampista Mattia Vitale parla del campionato fin qui disputato dal Catania, del prossimo impegno con il Paternò e del desiderio di proseguire l’avventura in maglia rossazzurra (cartellino di proprietà della Sampdoria, ndr):
“Sapevamo che il Locri fosse una squadra forte. La partita si preparava da sola, era fondamentale per il prosieguo del campionato. L’abbiamo sbloccata nei minuti iniziali ed è andata bene. Noi se approcciamo bene le gare, con l’atteggiamento giusto siamo nettamente superiori e consapevoli delle nostre capacità, è solo una questione mentale e di stare bene fisicamente”.
“Di base sarei dovuto rimanere alla Sampdoria, poi il procuratore mi ha parlato della possibilità di trasferirmi a Catania ed io ho accettato subito perchè volevo dimostrare il mio valore in una piazza importante, dimostrate di sapere reggere la pressione in una piazza gloriosa. Sapevo anche che tanti giocatori di esperienza mi avrebbero potuto aiutare a migliorare sotto tutti gli aspetti. Mi avevano parlato del grande calore dei tifosi del Catania, accaniti di calcio, ma non mi aspettavo così. La prima in casa è stata un’emozione incredibile, ho cercato di tapparmi le orecchie pensando a giocare. Non è un caso se abbiamo perso quando non c’erano i nostri tifosi. Sono una spinta in più per noi, li ringraziamo sempre per il supporto”.
“Con Marco Biagianti ho un grandissimo rapporto. E’ come un padre per me, mi dà tanti consigli sia in campo che fuori. Con lui ho un grande rapporto, lo voglio molto bene, lo stimo tanto. Intravede in me qualcosa che ha fatto anche Marco col Catania. Il mio futuro? Spero di potere rimanere qui a Catania, una piazza che mi sta dando tanto e dove ho conosciuto delle persone veramente importanti. Sto crescendo sotto tutti gli aspetti sia in allenamento, per quanto riguarda le questioni tecniche, che fuori dal campo grazie alle regole e alla serietà della società. So quello che voglio ma si deve aspettare. E’ ancora presto per parlare di futuro. La dirigenza e Grella hanno fiducia in me. La percepisco, come da parte di tutto lo staff. C’è grande sintonia”.
“Lo stop che mi aveva imposto la società per un paio di partite? Andai in sede a parlare con il vice presidente, il quale mi ha detto che non si trattava di una punizione ma di un modo per farmi crescere perchè anche per il futuro è importante che io capisca il mio atteggiamento ed i miei sbagli. Con Grella ho un rapporto di stima nonostante la sospensione, mi ha trasmesso fiducia e lo ringrazio tanto perchè ho avuto un grosso miglioramento. Sul campo del Santa Maria Cilento si è creata una situazione particolare anche perchè non mi sono lasciato in buoni rapporti lì”.
“Ferraro? Il mister a volte parla in dialetto campano stretto ma si fa capire da tutti, anche attraverso i gesti. Quando c’è da bastonarci perchè vede qualcosa che non gradisce in allenamento si fa sentire. Rizzo? Mi ha insegnato soprattutto come stare in campo, come trasformare la rabbia in cattiveria agonistica. Se devo dare il 100%, con lui in campo riesco a dare il 1000% perchè ti aiuta a stare sul pezzo per portare la gara in porto”.
“Noi prepariamo ogni partita nel migliore dei modi in settimana con mister Zeoli e Ferraro. Siamo un gruppo unito e compatto, sappiamo il nostro valore. Prestazione diversa domenica rispetto a quella offerta contro la Mariglianese ultima classificata? Puoi essere concentrato quanto vuoi anche quando affronti le ultime della classe, ma a livello inconscio sono partite che non approcci allo stesso modo di Locri. Fermo restando che se con De Respinis avessimo fatto gol nelle battute iniziali sarebbe stata un’altra gara contro la Mariglianese. Il Paternò? Non dobbiamo sottovalutarlo. Essendo primi non abbiamo bisogno di guardare nessuno, occorre dare il massimo preparandola bene in settimana per cercare di portare a casa i tre punti domenica”.
“Quando giocano calciatori come De Luca e Lodi le loro giocate fanno la differenza perchè hanno grande esperienza e qualità. Mister Ferraro e Zeoli ci danno degli input in allenamento ma poi siamo noi che andiamo in campo. Io mi butto tra le linee. Cerco di dare il meglio di me stesso. Posso sbagliare un passaggio ma so di non potere sbagliare atteggiamento in ogni incontro. Adesso siamo più cattivi anche sui corner e calci piazzati perchè abbiamo capito che rappresentano un modo importante per poter sbloccare la gara o metterla al sicuro“.
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