VERSO CATANIA-LICATA: alla scoperta delle aquile gialloblù

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Il Catania si è approcciato in questo girone di ritorno in maniera del tutto analoga alla fase iniziale di andata. Grinta, voglia di imporsi e determinazione sono gli aspetti caratteriali di una squadra che sembra essersi definitivamente messa alla spalle le difficoltà emerse alla fine del 2022. Adesso sotto con il Licata, compagine che nelle ultime 10 partite viaggia sugli stessi livelli del Catania: 21 punti conquistati da entrambe le compagini frutto di 6 vittorie, 3 pareggi ed una sola sconfitta con lo score dei gol fatti identico (16), 6 subiti per il Catania e 7 per il Licata. Numeri che certificano in maniera inequivocabile il grande stato di forma della formazione di mister Romano.

La gara d’andata (vittoria Catania per 1-2) è servita da stimolo per la compagine licatese, capace, da quel momento in poi, di inanellare 14 risultati utili nelle successive 16 gare stagionali. Dai bassifondi della classifica i gialloblù sono risaliti sino al quarto posto (a pari merito con il S.Agata) a quota 32 punti, cioè appena a quattro lunghezze dal Lamezia secondo in classifica. Merito sicuramente anche del tecnico Giuseppe Romano, autentica bandiera delle aquile licatesi avendo guidato il club da allenatore già alcuni anni fa (stagione ‘02/03 e ‘12/13) e militato per otto stagioni in qualità di calciatore (dal 1983 al 1989 e poi dal ‘92 al ‘94), capace di migliorare in maniera esponenziale la propria squadra (Terza Miglior Difesa del girone) facendola esprimere con uguale efficacia sia in casa (5ª posto con 17 punti conquistati) che fuori (3ª posto con 15 punti ma soprattutto Quinto miglior attacco e Miglior difesa esterna rispettivamente con 13 gol fatti ed appena 6 subiti).

La rivoluzione tecnico-tattica adottata da Pippo Romano, vecchia conoscenza dei rossazzurri avendo militato nel Catania agli inizi degli anni ‘90 vincendo anche, nella stagione ‘94/95, il Campionato Nazionale Dilettanti, ha portato i frutti sperati grazie all’adozione definitiva della difesa a tre coadiuviata però da uno schieramento offensivo: 3-4-1-2 o 3-4-2-1. Da attenzionare con particolare efficacia il bomber ivoriano Adamzaki Ouattara, capocannoniere della squadra con 5 reti e già in gol nella gara di andata, oltre al giovanissimo Leonardo Saito (‘04), duttile attaccante centrale anch’egli andato a segno per cinque volte. Rispetto alla gara di andata non saranno presenti il centravanti gambiano Alieu Baldeh ed il terzino destro Rodrigo Izco (fratello dell’ex rossazzurro Mariano), andati altrove alla riapertura del calciomercato invernale, mentre rappresenta un perno imprescindibile dei gialloblù il giovane centrocampista catanese Giulio Frisenna (‘02). Altri elementi da tenere d’occhio sono il mediano ghanese Jalilu Mudasiru (3 gol in 16 presenze), il centrocampista centrale Riccardo Rotulo (2 reti e 3 assist in 17 partite) e l’esterno offensivo Calogero Minacori (3 centri ed altrettanti assist in 14 gare).

Dal punto di vista storico le aquile licatesi, fondate nel 1931 come Licata Associazione Calcio (diventata nel ‘67 Polisportiva Licata per poi, dal 1994, ritornare alla vecchia denominazione), rappresentano una delle nobili decadute del calcio siciliano, vivendo il momento di massimo splendore tra il 1988 ed il 1990, quando il sodalizio gialloblù riuscì a disputare due campionati consecutivi di Serie B. Il Licata nacque per iniziativa di alcuni studenti che avevano conosciuto il gioco del calcio grazie a marinai svedesi che imbarcavano lo zolfo estratto dalle miniere dell’agrigentino. Proprio a loro fu dedicata la scelta dei colori sociali, il giallo e il blu che rimandano alla bandiera della Svezia. Dal 1946 (anno dell’esordio in un campionato ufficiale) i gialloblù parteciparono al campionato di Promozione Interregionale, sfiorando più volte la promozione in IV Serie. Tra gli anni cinquanta e settanta la squadra si mosse esclusivamente all’interno delle categorie regionali, raggiungendo per la prima volta la Serie D nel 1981. Da quel momento incominciò una straordinaria ascesa che portò il club a vincere prima il campionato di Serie D (1982) e poi, nel 1985, la Serie C2, con una squadra composta per intero da elementi del vivaio ma aventi in panchina un esordiente Zdeněk Zeman.

Nel 1988 la vittoria del Girone B della C1 permise al il Licata di raggiungere per la prima volta in Serie B. Durante la prima metà del campionato con Giuseppe Papadopulo come allenatore, la squadra navigò nei bassifondi della classifica. Poi, dopo l’esonero di Papadopulo, con il nuovo allenatore Francesco Scorsa ottenne il nono posto, conquistando gli stessi punti, nel girone di ritorno, del Genoa di Scoglio vincitore del torneo. Nello stesso anno affrontò anche una trasferta sul campo neutro del “Mario Rigamonti” di Brescia per la Coppa Italia contro il Milan campione d’Italia. L’anno dopo la bella “favola” del Licata (così era stata definita dai giornali) terminò con la retrocessione in C1 dando il via a un declino che riportò il Licata nelle categorie inferiori e culminate con il fallimento del 2014. Successivamente il sodalizio licatese ripartì grazie ad una cordata di imprenditori locali che acquisì il titolo dell’Accademia Empedoclina facendo assumere al club l’attuale denominazione di A.S.D. Licata Calcio.

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