Il vice Presidente Vincenzo Grella è stato ospite della trasmissione ‘Sport Sicilia Preview’, su Telecolor. Tante riflessioni sul cambio di passo del Catania dopo un finale di girone d’andata in calo, sulle infrastrutture, le strategie di calciomercato, gli obiettivi del patron rossazzurro Rosario Pelligra e le ambizioni della squadra:
“Il ripristino fisico è stato fondamentale, la tenuta ottimale è venuta a mancare da fine novembre anche perchè c’è grande pressione. Questi ragazzi vivono ogni gara in modo molto intenso e sanno che io sono molto pignolo sui loro comportamenti e su come si allenano, li stresso tanto, forse a volte anche troppo. Questo un pò ti stanca mentalmente e perdi inevitabilmente un pò di brillantezza. Anche Lodi che ha qualche anno in più degli altri, lo vedo con un’altra gamba. E’ molto più brillante nei movimenti, nelle letture, nel modo di collegare il gioco che prima veniva un pò meno. Sono convinto che è tutto legato alla parte fisica”.
“C’è un lavoro fatto con grande attenzione dopo la sosta di Natale con una mentalità vincente da parte di tutto il gruppo, non guardando troppo la classifica ma continuando a proporre un calcio aggressivo, che tutti oggi vogliono vedere. Faccio grandi complimenti ai ragazzi per le prime partite dell’anno nuovo, pretendo però un certo livello tutte le domeniche. Vedo grande entusiasmo, voglia di fare. Bisogna mantenere questa cultura del lavoro e attenzione nei dettagli, rispettando il nostro modo di vivere il calcio. Tanti ragazzi si giocano una riconferma all’interno del nostro club. Questo crea sempre un pò di tensione, che serve per non approfittarsene del vantaggio di 14 punti, proponendo un calcio che i nostri tifosi vogliono vedere portando sempre alto il nome che portano sulla maglia”.
“Noi vogliamo avere una certa identità, vivendo l’esperienza di Catania con grande riferimento alla cultura del posto e senso di appartenenza. Questo vorrei portare avanti non solo oggi, ma per sempre ed in qualsiasi caso. Anche quando le cose vanno male, perchè può capitare un momento in cui i risultati non arrivino e che noi dirigenti sbagliamo delle scelte. L’importante è credere in quello che facciamo. Personalmente mi sto trovando benissimo a Catania. Sono contento ed orgoglioso del ruolo che ricopro. Vedo una città che può essere leader in Italia, ha tutto per essere riconosciuta per questo. A volte mi dispiace che i catanesi non la vedano allo stesso modo di chi viene dall’altra parte del mondo. So le responsabilità che ho, vedo da parte della stragrande maggioranza un’apertura in questo nuovo modo di comunicare, di rapportarsi tutti i giorni”.
“Centro sportivo di Nesima? Quando si parla di tempo, a volte non è una certezza perchè ci sono dei passaggi burocratici da seguire. Lavoriamo tutti i giorni perchè la nostra squadra abbia una sua casa, un suo riferimento che vorrei fosse più vicino alla città, perchè Catania è di Catania. Stadio? Noi abbiamo raggiunto un’intesa con il Comune, pagando la cifra accordata. C’è chi s’inventa anche i numeri ma non voglio stare qui a replicare, noi paghiamo una cifra abbastanza importante ma che riteniamo giusta. Ho trovato nei dirigenti del Comune una buona collaborazione nonostante le difficoltà che tutti conoscono, io sono lì tutti i giorni dalla mattina alla sera, i lavori proseguono. Lo stadio aveva grande bisogno di un restyling, i precedenti amministratori hanno trovato dei fondi e noi possiamo solo dire grazie, proseguendo una collaborazione nell’interesse della città”.
“Stadio da 40-50mila posti? Parliamo di un grande progetto, non è una cosa che dobbiamo fare domani. Pelligra ha tanta voglia di fare ed entusiasmo, vuole investire per migliorare la città e non mi sembra il caso di andare a contare il numero di posti. Vuole che il Catania diventi un club riconosciuto in Italia e nel mondo, lasciamogli sognare di avere uno stadio da 40-50mila posti, poi magari andranno bene anche 30/35mila. Cerchiamo di non schiacciarlo. Pelligra è un sognatore, lui spende tanti soldi e devo cercare di non smorzare la sua voglia di fare grandissimo il Catania. C’è sempre una logica di costi, ed io sono responsabile sui soldi di un’altra persona. Se il Presidente in futuro volesse fare anche qualche pazzia di mercato la prenderemmo in considerazione insieme, sempre per il bene del club e in linea con la nostra identità”.
“Come reparto d’attacco con il rientro di Jefferson siamo fortissimi. Litteri sta rientrando, io lo aspetto in maniera particolare. Ci tengo tanto. Lui sa cos’è la nostra identità, non vedo l’ora di vederlo in campo. Mercato? Ci sono degli obiettivi ma meno esigenze di fare operazioni per forza, quindi cerchiamo l’innesto giusto con condizioni convenienti per il Catania, altrimenti possiamo farne anche a meno. Noi in generale siamo sempre vigili sul mercato, io ho tanti contatti e gente che mi manda segnalazioni. Stiamo iniziando a creare un database d’informazioni. Se possiamo migliorare la squadra entro un budget prestabilito dal Presidente, lo facciamo. Club di Serie C di ottimo livello chiedono i nostri calciatori. Sarno è uno di questi. Oggi noi non vogliamo darli via, a meno che non sia una richiesta specifica da parte loro di trasferirsi altrove per trovare più spazio”.
“Tanti attaccanti in rosa? Io non volevo mai lasciare il nostro mister senza buone alternative. Le alternative servono per creare un ambiente sempre più competitivo. Andando al campo ogni giorno, sapendo che quell’allenamento può condizionare se io giochi o meno la domenica. Serve questa mentalità. Se tu pensi che la domenica giochi perchè l’alternativa è molto inferiore a te, questo crea un meccanismo che non va bene. Non voglio mai vedere la nostra squadra che non competa, voglio vederla competere in modo molto propositivo. Sempre”.
“Sarao? Fa una grande lavoro per la squadra, un lavoro di sacrificio importante. Ha una fisicità notevole. Noi vogliamo essere una squadra con una certa prestanza fisica, che combatta con l’avversario. Bisogna avere il fisico per farlo e Sarao ce l’ha. Lui pensa sempre al gruppo, si muove in funzione della squadra, non ha neanche un pelo di egoismo. E’ un pò insolito per un attaccante, mi piace per questo. Bethers? Secondo me è il più forte portiere della Serie D, un ragazzo davvero molto interessante”.
“Promozione? Abbiamo ancora da fare. Troppo facile ora stare dietro ai +14 punti, sappiamo dove vogliamo andare. La strada è tracciata, con l’obiettivo di vincere tutte le partite, anche quando arriverà la matematica voglio che la squadra giochi in un certo modo avendo sempre rispetto per la maglia indossata. I giocatori sanno quanto sia importante l’identità della società, in ogni allenamento e partita. Giocando in tutte le occasioni con grande intensità, voglia di segnare e di rendere felici i tifosi”.
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