Torna a parlare la moglie dell’ispettore Filippo Raciti deceduto durante gli scontri in Catania-Palermo, Marisa Grasso, a commento dei recenti scontri fra ultrà di Napoli e Roma sull’A1. Lo ha fatto intervenendo ai microfoni di ‘Radio Anch’io Sport’ su Rai Radio 1:
“Rivedere queste scene mi ha fatto molto male, mi hanno fatto rivivere il mio dolore, la mia sofferenza. E pensare che altre famiglie ieri si potevano ritrovare, in un attimo, a vivere la tragedia che ho vissuto: è inaccettabile vivere queste situazioni. Azione inaccettabile. Non chiamateli tifosi, sono delinquenti. Questi segnali di violenza non mi sono nuovi, c’erano già prima della morte di mio marito. Poi, dopo la tragedia, quasi 16 anni fa a Catania, lo Stato mi ha promesso che non sarebbero più accaduti questi fatti. Il 2007 lo chiamarono l’anno zero, doveva essere l’anno di cambiamento”.
“Io mio marito lo vedevo rientrare a volte da un servizio di ordine pubblico ferito e amareggiato, era rassegnato che le cose non sarebbero cambiate. L’unica cosa che ricordo che mi disse è che le cose sarebbero cambiate solamente con un morto, poi purtroppo senza saperlo il morto era lui”.
“Ieri si è verificata un’azione inaccettabile e il governo di oggi deve dare delle risposte immediate. Non possiamo ricadere nella rassegnazione, fa comodo far passar questi segnali e non dare risposte, non è giusto per chi ha perso la vita. Ieri ci sono stati segnali di guerriglia urbana, di terrorismo, di violenza inaccettabili in uno Stato civile”.
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